Ci preme segnalare un fenomeno alquanto inquietante che ormai coinvolge sia la sinistra che la destra: chi non si adegua alla posizione della maggioranza viene insultato, accusato, denigrato, preso in giro. Trattasi di una forma di violenza psicologica che ha lo scopo di indurre chi sta dal lato opposto ad appiattirsi sulla idea comune. Chi cede e sposa il pensiero dominante diventa improvvisamente “responsabile”, “maturo”, “costruttore”, “convertito”, “rinsavito”.

Sono forse i postumi della repressione delle libertà fondamentali che è stata perpetrata quasi per un lungo quasi dal defunto governo della vergogna che ha soffocato i diritti umani sotto la falsa pretesa di agire per il bene collettivo e la tutela della salute pubblica, bene elevato al di sopra degli altri diritti fondamentali che pure hanno il medesimo peso costituzionale e che in base alla Costituzione richiedono semmai un bilanciamento.

Ebbene, con la democrazia qualcuno si sta pulendo le scarpe. E forse non soltanto quelle. Ci siamo dimenticati, ad esempio, che senza opposizione, che piaccio o non piaccia, non c’è democrazia. Questa ultima implica un gioco delle forze, un contraddittorio, una alternativa, una minoranza che faccia la sua parte e che è tutto fuorché inutile e superflua.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, viene attaccata non solo dalla stampa ma persino dai suoi alleati, i quali hanno dichiarato di essere intenzionati non soltanto a sostenere bensì pure ad entrare nel governo Draghi. Scelta legittima. Come legittima è la decisione di Meloni di restarne fuori. E, per fortuna, ella rimane salda dall’altro lato della barricata, riservandosi di appoggiare quei provvedimenti del governo che, a giudizio del suo partito, siano efficaci e necessari.

Se Meloni catapultasse FdI all’interno della bolgia composta da M5s, Pd, Italia Viva, Lega e Forza Italia, diventeremmo un Paese privo di opposizione. E i regimi senza opposizione, cari miei, si chiamano “dittature”. Quindi per quale ragione auspicate tutto ciò? Certo, sì, si vocifera che con l’entrata di Meloni il centrodestra peserebbe di più in questo esecutivo coloratissimo, eppure sarebbe sempre minoranza e l’ago della bilancia sarebbe sempre Matteo Renzi, che si appresta ancora una volta a costituire – assurdo ma vero – il perno di questa maggioranza di tutti.

Abbiamo più che mai bisogno di opposizione, tanto più perché nessuno di noi conosce il programma di Draghi, che tutti stanno appoggiando senza veti e a scatola chiusa. Già questo è alquanto stravagante.

L’opposizione, lungi dall’essere inservibile, svolge un ruolo indispensabile nel funzionamento delle istituzioni democratiche: abbraccia le scelte che condivide e che ritiene produttive per il Paese, contrasta quelle che reputa improduttive, genera idee, vigila sull’operato dell’esecutivo, pungolandolo, standogli con il fiato sul collo. Saranno questi i compiti di Giorgia Meloni, che con coraggio e determinazione resta lì dove qualcuno dovrà pur restare: dalla parte opposta rispetto a quella in cui si apprestano a sedere tutti, ma proprio tutti gli altri.

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon