“Donna, sii felice nella tua vita di coppia, te lo meriti. Vivi serena e appagata ogni giorno della tua vita. Fai in modo di trovare un  uomo che sappia cucinare. Fai in modo di trovare un uomo che guadagni molto. Fai in modo di trovare un uomo che ti soddisfi completamente. E, soprattutto, donna, fai in modo che questi tre uomini non si incontrino mai”, suggerisce – non a torto – il cabarettista Flavio Oreglio al gentil sesso. Infatti, secondo numerosi antropologi, la forma più duratura e felice di relazione amorosa non è né quella tradizionale né quella poligamica, in cui l’uomo ha più mogli, le quali spesso litigano tra di loro, bensì quella poliandrica, dove la donna sposa più partner. In un vecchio e divertente film del 1978, “Amori miei”, con Monica Vitti e Johnny Dorelli, la protagonista, consorte devota e premurosa, frustrata dalla sua vita coniugale a causa di un marito distratto e assente, decide di convolare a nozze, all’insaputa del coniuge, con un altro uomo. Ed è così che le cose in casa iniziano a funzionare alla grande ed entrambi i matrimoni ad andare a gonfie vele. Forse che abbiamo bisogno di due compagni per essere paghe e contente?

Si chiama “poliandria libera” l’abitudine, tuttora persistente in alcune tribù dell’Asia centrale e dell’India meridionale, di avere più mariti, tendenza assai diffusa nelle società in cui la donna gode di autorità ed indipendenza.

Tracce dell’esistenza di tale usanza si riscontrano anche in alcuni reperti di epoca romana. Nei Saturnalia di Macrobio si legge: “Le matrone di Roma si radunarono in gran numero di fronte al senato, supplicando con lacrime e preghiere che una donna dovrebbe sposarsi con due uomini”. Il geografo dell’Antica Grecia Strabone scriveva: “In certe regioni una donna era autorizzata ad avere più mariti, e coloro che ne avevano meno di cinque erano guardate con disprezzo”. Addirittura!

Nel mondo occidentale le signore hanno ormai acquistato potere ed autonomia in ogni ambito ed è forse per questo che sono sempre più numerose colore che non si accontentano più di un unico uomo, ma ne vogliono due o tre. Del resto, alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato ampiamente che sia maschi che femmine hanno l’inclinazione naturale ad avere più partner sessuali. È stata la paura che venisse messa in discussione la propria virilità a spingere il genere maschile a gettare le basi di una cultura che esaltasse la virtù della fedeltà femminile e che indicasse come “sgualdrine”, punendole e defraudandole, le ragazze che hanno conosciuto biblicamente più giovanotti, fino al punto di spingere la donna a considerare prioritaria la necessità di tutelare la propria reputazione, nonché il quieto vivere, rispetto al desiderio di non accontentarsi di un compagno soltanto.

Del resto, se chiediamo a qualsiasi lei di descrivere il suo tipo ideale, la lista dei requisiti è lunga e variegata. Il principe azzurro deve essere bello e intelligente, divertente ma serio, avventuroso ma fedele, responsabile ma imprevedibile, raffinato ma sportivo, presente ma non opprimente, romantico ma pratico, e chi più ne ha più ne metta. È chiaro che un individuo così non esiste. Tuttavia tanti uomini con singole e specifiche caratteristiche si possono racimolare.

Le donne che decidono di avere più fidanzati intraprendono sempre più di frequente relazioni poliamorose, ossia rapporti multipli che nulla hanno a che vedere con l’adulterio. Infatti la poliamorosa, a differenza dell’adultera, aborrisce la clandestinità e desidera che i suoi due accompagnatori si conoscano e che vadano persino d’accordo, senza fare mistero del fatto che ella ami entrambi allo stesso identico modo, sebbene si tratti di due persone completamente diverse.

Ciò che desta stupore riguardo questa sempre più diffusa tendenza è la facilità con cui le poliamorose riescano ad individuare i partner in un’epoca in cui imbattersi in un uomo decente e mentalmente stabile con cui instaurare un sano rapporto di coppia è impresa alquanto ardua.

Forse le seguaci del poliamore si infatuano tanto facilmente proprio perché si accontentano. Invece di aspettare colui che sia in grado di rappresentare la perfetta, nonché imperfetta, sintesi di tutto ciò che cercano, per arrivare a quell’ideale che hanno in testa sommano le caratteristiche positive di più uomini, frequentandoli tutti. Alla fine, l’unica certezza è che chi si accontenta gode. Le eterne insoddisfatte, invece, quelle che aspettano ancora Mister Giusto, che scartano un maschio dopo l’altro, prima ancora di un’uscita insieme, che bocciano senza possibilità di appello spasimanti e pretendenti, restano sole. A queste ultime, al contrario delle poliamorose, più maschi non bastano, ne vogliono uno solo e che sia davvero speciale. In questo modo evitano a loro stesse la noia di stare con qualcuno che non amano e anche il fastidio di sopportare due uomini contemporaneamente, quando averne accanto uno solo – a volte e non di rado – sembra già troppo.

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