Ognuno di noi ne dice in media dalle 3 alle 7 al giorno, ma molti superano di gran lunga questa rosea statistica, c’è chi ne ha fatto un mestiere e persino chi ci ha preso ormai l’abitudine, tanto da non potere più smettere: nessuno di noi è immune dal pronunciare frottole.
Mentire è una necessità sociale, non soltanto un vizio. Lo facciamo per non ferire chi amiamo, per essere gentile ed educati, per tenere in vita solide amicizie, per non essere considerati alla stregua di pazzi scatenati affetti da una pericolosa forma di dissenteria verbale.
Si tratta di “bugie sociali”, ossia di “bugie a basso rischio, che non espongono a complicate conseguenze il mentitore nel caso in cui venisse scoperto”, secondo quanto ci ha spiegato il criminologo Marco Strano, presidente del Centro Studi per la Legalità, la Sicurezza e la Giustizia nonché direttore scientifico di uno dei laboratori che ne fanno parte, il Lie Detection Lab, che si occupa di fare ricerca applicata sulle tecniche di rilevazione della menzogna.
Insomma, il nostro mondo, per esistere, ha bisogno che continuiamo a ingannare. Le fandonie, in un certo senso, mantengono l’ordine sociale. Rappresentano un freno al dilagare della violenza, perché, in una società in cui tutti affermiamo la verità, senza inibizioni, non faremmo altro che accapigliarci dalla mattina alla sera. E sarebbe pure arduo conservare una relazione di qualsiasi natura essa sia.
Le bubbole non hanno sesso. Siamo tutti falsi, sia uomini che donne. Queste ultime imbrogliano sul colore naturale dei capelli, su taglia e peso, sull’età, sul reddito (abbassandolo per non ferire l’orgoglio maschile), sui soldi spesi per un determinato abito, sul numero di partner. I primi, invece, mentono su tutto il resto.
Ma come si smaschera un impostore? In realtà, una ricetta esatta non c’è.
Le nostre nonne ripetevano: “Gli occhi non mentono mai”. Ma quanti di noi, crescendo, hanno poi capito con dolore che spesso persino gli occhi sono capaci di frodare? Orientarsi in questo mare, anzi in questo oceano di cazzate è tutt’altro che facile.
Tuttavia può esserci d’aiuto la metodologia integrata messa a punto da Strano, il lie detection integrated system, e che si basa sull’osservazione della comunicazione verbale, non verbale e paraverbale di un determinato soggetto, perché – nota bene – ognuno ha i suoi modi di raccontare falsità. E questo è anche uno dei motivi per cui non ci sono dei segnali certi ed inequivocabili che ci possano indurre a credere con assoluta sicurezza che qualcuno ci stia raggirando.
Al metodo integrato del criminologo ricorrono magistrati, avvocati, forze di polizia, imprenditori e persino medici, i quali spesso hanno necessità di sapere se il proprio paziente stia bluffando su sintomi o farmaci assunti.
Ciò che raccomanda il criminologo è di “non badare ai segnali”, in quanto possono trarci in inganno. L’unico dato sicuro da cui partire risiede nel fatto che “le persone, quando mentono, modificano il loro comportamento”. Dunque, “l’unico modo per smascherare un bugiardo è osservarlo quando dice la verità”.
Se eravate convinti che per riconoscere il fanfarone seriale o meno fosse necessario contare le gocce di sudore che gli scendono giù dalla fronte, o armarsi di cardiofrequenzimetro per misurarne l’accelerazione dei battiti cardiaci, vi siete sbagliati, dato che, secondo quanto ci racconta Strano, al mondo vi sono mentitori così abili, o così avvezzi alla menzogna, da restare imperturbabili al pari di monaci buddisti. Si tratta di simulatori a sangue freddo: sereni ti guardano negli occhi e intanto ti prendono per i fondelli.
Da non trascurarsi il linguaggio paraverbale, che consiste nel tono, nel timbro, nel ritmo della voce, nelle pause. Se l’intonazione cambia rispetto a quella abituale, è probabile che al contafrottole stia per cadere giù la maschera. Però tocca alla nostra sensibilità coglierlo.
“La menzogna può essere rilevata pure negli scritti”, puntualizza Strano. Anche qui è fondamentale osservare il metodo di scrittura consueto per carpire eventuali variazioni di qualsiasi natura.
I ricercatori del laboratorio diretto dal criminologo Strano approfondiscono i loro studi su balle e pallonari osservando anche i mentitori per antonomasia, ossia i politici. Per questo restiamo stupiti quando Strano esclama con convinzione: “I politici non mentono mai!”. Tuttavia, poi continua: “Perché non dicono nulla, ossia non fanno quasi mai affermazioni che non contengano elementi linguistici che consentano loro di potere in seguito dire il contrario di ciò che hanno detto”.
Può apparire un po’ contorto, ma, in soldoni, i politici sono imbroglioni così abili da non dichiarare mai qualcosa che possa essere smentita e da riuscire a proclamare nello stesso tempo tutto ed il contrario di tutto. Sono uno, nessuno e centomila. A destra come a sinistra. Balla al centro.