“Nessuno può essere punito per i propri pensieri”, recita una inossidabile formula giuridica. Tale principio però non vale nel caso del primo ministro belga Alexander De Croo, ritenuto reo nientepopodimeno che di avere inviato qualche messaggio su Whatsapp alla pornostar italiana Eveline Dellai. Chissà perché ci aspettiamo e pretendiamo dai politici che siano fedeli alle loro mogli e non che siano fedeli agli elettori!
Fatto sta che De Croo, 46 anni, sposato nonché padre di due bambini, è finito al centro di uno scandalo a luci rosse per i suoi pensieri licenziosi o peccaminosi, in sostanza per avere chiesto, a quanto sembra, un incontro alla attrice di genere hard trentina di quasi vent’anni più giovane, la quale per di più garantisce di non avere visto il tizio in questione neppure con il binocolo figuriamoci nella stessa camera da letto. I due si sarebbero limitati ad uno scambio di battute esclusivamente virtuale. Dettaglio irrilevante quest’ultimo se consideriamo che il primo luglio scorso è stato pubblicato in Belgio un libro dal titolo emblematico “I becchini del Belgio”, in cui il giornalista Wouter Verschelden racconta tra le altre cose anche vizi e lati oscuri della classe dirigente del suo Paese natale.
Che barba che noia che noia che barba! Da che mondo è mondo tutti gli esseri umani tradiscono e fanno sesso e che lo facciano anche i politici, i quali non hanno fatto voto di castità, non è mica una novità. Almeno avesse concretizzato, consumato, realizzato l’avventura erotica con Eveline, neppure di questo De Croo ha goduto. Che gigantesca fregatura!
Tuttavia, il fenomeno più interessante è un altro e dobbiamo prenderne atto: in Italia ci chiediamo stupefatti, quasi risentiti o almeno indispettiti, perché diamine non si stia parlando della mancata liaison tra l’attuale premier e la pornodiva in Belgio, dove pure se ne è parlato e se ne sta ciarlando fin troppo, ovvero da oltre un anno, tanto è vero che è uscito addirittura un libro, invece l’unica domanda sensata sarebbe quella opposta, ossia perché diavolo ci interessi tanto ciò che compiono i nostri rappresentanti sotto le lenzuola. Saranno cavoli loro oppure no? A quanto pare no, ci preme di più conoscere con chi si diverte nel tempo libero un ministro piuttosto che i provvedimenti che egli si accinge ad assumere, sebbene siano questi ad avere ripercussioni e ricadute sulle nostre esistenze e non di sicuro i suoi orgasmi. Grazie al cielo!
In Italia codesta attenzione nei confronti di determinati aspetti lascivi della vita privata di personaggi di spicco della cosa pubblica è ancora più morbosa. Siamo ossessionati dalla sessualità di chi sta al potere: come lo fa, con chi, quando. È una nostra perversione o semplicemente non abbiamo nulla di meglio su cui riflettere? Pensiamo a politici come Silvio Berlusconi, perseguitato per le sue cene “casalinghe” a larga partecipazione femminile, o all’ex presidente della Regione Lazio nonché giornalista Piero Marrazzo, che ci capita di vedere sui canali Rai nel cuore della notte, mentre presenta il telegiornale con un’aria da cane bastonato che non si è ancora scrollato di dosso, ed è fin troppo evidente che Marrazzo è stato nascosto, ingiustamente punito per questioni meramente sessuali (risalenti al lontano 2009) che non ci riguardano affatto.
Il nostro moralismo – ahinoi – è più grande della nostra moralità, quindi la travalica, o la schiaccia, mettetela un po’ come vi pare. E scandalizzarci per gli sms piccanti spediti da un premier ad una ragazza, meglio se bella e provocante, ci aiuta a sentirci forse migliori di quanto non siamo o almeno ad avere a cena un argomento di conversazione alternativo ma sempre e comunque terribilmente ammorbante.