Nel mondo che ci aspetta sarà una esistenza dura e grama per coloro che non saranno vaccinati, i quali costituiranno una nuova categoria di discriminati. Non importa che non intendano sottoporsi alla vaccinazione per timore di eventuali effetti collaterali oppure che non riescano, loro malgrado, ad ottenere il tanto agognato antidoto, che viene distribuito prima ai soggetti più a rischio per via della professione svolta o della età anagrafica, i non immunizzati non potranno salire a bordo degli aerei, non sarà consentito loro di viaggiare all’estero né per lavoro né per svago e rischieranno persino di essere licenziati seduta stante, ritrovandosi sulla strada.

Quest’ultima eventualità è tutt’altro che remota, come si legge sulla rivista Magistratura democratica: “In mancanza della vaccinazione da parte del lavoratore, il datore potrebbe lamentare la violazione di un obbligo contrattuale o, in ogni caso, la mancanza oggettiva della idoneità del lavoratore a svolgere il lavoro in condizioni di sicurezza. Il provvedimento adottabile dal datore, col concorso del medico competente, che in questa fase meglio si adatta alla situazione pare essere la sospensione del lavoratore e la valutazione di ulteriori provvedimenti organizzativi conservativi del rapporto”. Il che significa più o meno: o ti vaccini o vai al diavolo.

Stando così le cose non vi è dubbio che pure i più recalcitranti si persuaderanno che farsi fare l’iniezione anti-covid sia il modo migliore per risparmiarsi una serie di fastidi e di insopportabili limiti, tuttavia non si può trascurare un fatto rilevante: i vaccini scarseggiano e la popolazione giovane, quella che è più portata a spostarsi, non è in cima alla lista degli aventi diritto alla vaccinazione immediata. Dunque, è verosimile che i ragazzi, colpevoli di non essere in pericolo di vita nel caso in cui dovessero beccarsi il coronavirus, debbano attendere addirittura anni prima di ricevere il vaccino, cosa che avrebbe pesanti ripercussioni, in quanto senza il certificato di avvenuta immunizzazione tante attività, incluse quelle vitali, sono precluse. Ecco allora che i giovani, i quali hanno già patito soffocanti divieti che ne hanno minato il benessere psico-fisico, dovranno rinunciare agli spostamenti e ad altre libertà essenziali sebbene l’assenza della vaccinazione non dipenda dalla loro volontà, bensì dalla inefficienza di una classe politica che non è stata capace di compiere il suo dovere, ovvero di procurare le dosi. Tuttavia, a pagare saranno come sempre i cittadini, cornuti e bastonati.

Gli Stati Uniti, Israele e il Regno Unito stanno già pianificando e sono in procinto di adottare sistemi volti ad agevolare la circolazione di chi è in grado di dimostrare di non rappresentare un vettore di infezione. Il “vaccination passport” potrebbe essere un documento cartaceo o un’applicazione installata sullo smartphone e pronta per essere esibita su richiesta al fine di poter entrare in un Paese straniero o persino in un luogo pubblico. Diverse compagnie aeree, tra cui la British Airways, la United Airlines, la Virgin Atlantic, hanno reso noto che ben presto potranno imbarcarsi solo ed esclusivamente i passeggeri vaccinati o immunizzati per avere superato il morbo

Già da ora possono accedere negli Stati Uniti solamente viaggiatori, statunitensi e non, che abbiano dato prova, mediante un test di recentissima esecuzione (al massimo risalente a tre giorni prima), di non essere infetti. A chi non soddisfa questa pretesa non è permesso l’ingresso. Si attacchi pure al tram, ammesso che almeno lì venga accettato.

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