Neppure il coronavirus, che ha impoverito le famiglie italiane e ha determinato la chiusura irreversibile di piccole imprese di ogni genere da Nord a Sud decimando centinaia di migliaia di posti di lavoro, è riuscito a intaccare gli affari dorati della influencer – o meglio, “imprenditrice digitale”, come ella stessa ama definirsi – Chiara Ferragni. Il suo volto è garanzia di successo per qualsiasi brand venga sponsorizzato dalla giovane di origine cremonese. Basta un autoscatto di Chiara per fare schizzare alle stelle le vendite di qualunque prodotto, dal balsamo per i capelli a scarpe di dubbio gusto, passando per i biscotti o il latte in polvere.
È stato sufficiente lunedì scorso annunciare una collaborazione quinquennale per la promozione del marchio per vestiti da bambina creato dalla blogger, incinta del suo secondo figlio, una femminuccia, perché il titolo Monnalisa, azienda toscana di abbigliamento di alta gamma per bimbi, registrasse un sorprendente balzo in borsa (lunedì del 23%, martedì del 39,71%).
Ieri quello che è ormai chiamato “effetto-Ferragni” si è ripetuto. Stavolta a volare a Piazza Affari è stata Aeffe, società con la quale Chiara ha siglato un accordo di licenza pluriennale per la produzione e la distribuzione globale di collezioni di intimo e beachwear disegnati dalla stessa influencer.
Non ha mai studiato moda né economia, eppure la signora Ferragni, la quale non ha completato il percorso di studi presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università Bocconi di Milano, è riuscita a edificare dal nulla con le sue mani un vero e proprio impero, cominciando con la creazione di un semplice blog sulla rete, “The Blonde Salad”, nel non troppo lontano 2009. Neppure 8 anni più tardi la fanciulla di provincia era già riconosciuta come “l’influencer di moda più importante al mondo”, campeggiava sulle copertine delle riviste più prestigiose, era testimonial dei più grandi stilisti del pianeta nonché di famosi brand.
La sua ascesa è stata ed è tuttora inarrestabile e gli avvenimenti che scandiscono l’esistenza della fashion blogger, dall’incontro con quello che è diventato suo marito nonché padre dei suoi figli, il rapper Fedez, alla nascita del primogenito, Leone, si trasformano con naturalezza in occasioni per incrementare il business, cosicché gli ormai 22 milioni di persone che la seguono su Instagram hanno quasi la sensazione di conoscere Chiara intimamente e di fare parte della sua quotidianità, di cui la fanciulla regala continuamente istantanee, interagendo non di rado con gli utenti.
Ferragni è per il suo pubblico di estimatori una fonte di ispirazione e un modello da cui mutuare stile e non solo. È colei che ce l’ha fatta, che ha realizzato un sogno in un’epoca in cui sognare è sempre più difficile. Troppo imperfetta ma allo stesso tempo troppo dotata per fare semplicemente da modella, Chiara ha saputo sfruttare al meglio quello che aveva a disposizione e mentre le sue coetanee cercavano di ritagliarsi uno spazietto di pochi minuti in televisione al fine di vivere il loro momento di gloria, l’influencer italiana snobbava il piccolo schermo e andava alla conquista di un territorio nuovo, sterminato e tutto da conquistare: la rete.
Era una ragazzina con i codini e i jeans rigorosamente strappati, la quale bramava un posto in prima fila alla sfilata del suo designer prediletto, oggi è una brillante donna d’affari, contesa dalle case di moda più celebri, fondatrice di un brand, stilista, blogger e chi più ne ha più ne metta, ed è pure una tenera mamma. I suoi detrattori sostengono che l’unica cosa che Ferragni sia in grado di compiere sia farsi i selfie davanti allo specchio della sua cabina-armadio e che sia stata una sorta di miracolata, baciata dalla fortuna. Tutta invidia. Se fosse stata “la consorte di” o “la figlia di”, l’avrebbero etichettata quale “raccomandata”, o peggio. Ma ella è la dimostrazione vivente che non occorre affatto la spinta di un uomo per toccare altissime vette.