Il personale scolastico che non esibirà il Green pass per varcare la soglia degli istituti scolastici, dopo cinque giorni di inottemperanza, sarà considerato a tutti gli effetti assente e senza giustificazione, ossia come se non si fosse mai presentato sul posto di lavoro e non avesse fornito una motivazione riguardo la sua mancata presenza, pur essendosi in verità recato a scuola e pur avendo dato prova in tal modo di avere intenzione di svolgere le proprie mansioni.

Quindi, coloro i quali terranno questa condotta, per decisione del governo dei migliori (tra i peggiori), verranno rispediti a casa e lì lasciati senza stipendio, quantunque abbiano famiglia con figli da mantenere. Per l’esecutivo è irrilevante che il vaccino non sia obbligatorio: è obbligatorio farlo altrimenti non si mangia, altrimenti si viene spogliati arbitrariamente di diritti fondamentali.

Ogni limite con questo provvedimento, che a partire da settembre prossimo estenderà l’uso del certificato verde, è stato ampiamente superato. Limite del diritto, del buonsenso, della decenza, del rispetto di principi che sono indiscutibili e non negoziabili. Il nostro esecutivo, il quale avrebbe dovuto (solamente nelle intenzioni dichiarate) partorire un Green pass sul modello francese ma molto più “soft”, si muove sul terreno della illegalità totale e lo fa con una disinvoltura che sbalordisce.

Di fatto con questa ultima misura viene calpestato il diritto costituzionale al lavoro, il costituzionale principio di uguaglianza, la costituzionale libertà personale, l’art. 36 della Carta, che stabilisce che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Ciò che è peggio è che l’esecutivo surrettiziamente costringe i lavoratori di alcuni settori a vaccinarsi terrorizzandoli mediante la prospettiva della perdita della necessaria entrata mensile, ovvero del patimento di un danno ingiusto. E di fatto li obbliga sebbene questi, come tutti gli altri cittadini, possano scegliere di non vaccinarsi. E forzare qualcuno a compiere una determinata azione, anche senza una esplicita minaccia (ma qui la minaccia è addirittura esplicita: “Se non lo fai, ti tolgo lo stipendio”), ovvero coartare l’altrui volontà incutendo timore affinché l’altro faccia quello che noi pretendiamo che questi faccia, configura il reato di violenza privata.

Questo illecito è stato disciplinato per salvaguardare la libertà psichica dell’individuo e la libera autodeterminazione.

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