di Fabrizio Maria Barbuto

Cosa saremmo disposti a fare per la famosa “tazzulella ‘e cafè” che, al risveglio, infonde l’energia necessaria ad arridere alla giornata appena cominciata? O meglio, a cosa saremmo disposti a rinunciare pur di degustare l’amatissima bevanda? La risposta vi sorprenderà: quasi l’80% della gente comune non ha dubbi di preferire il caffè al sesso. A confermarlo è un sondaggio commissionato dalla catena alberghiera “Le Méridien Hotels & Resorts”, svolto col contributo di 7.455 viaggiatori provenienti da sei diversi paesi: India, Cina, Stati Uniti, Germania, Francia ed Emirati Arabi.

Il 54% degli intervistati, nel caffè del mattino, identifica una spinta propulsiva indispendabile all’efficienza e alla produttività, indistintamente dal fatto che venga sorseggiato a casa propria o al bar. Il 78% di loro si spinge perfino oltre, affermando che nulla sarebbe capace di eguagliare la degustazione di questa bevanda, ma approfondiamo l’accezione del termine “nulla”, perché in esso si celano inaspettate fonti di appagamento: il campione rappresentativo in esame, pur di tracannare il suo amato caffè, rinuncerebbe per un anno intero al sesso, ai social media e all’alcol; privazioni non da poco.

La nostalgia dei luoghi visitati, per parecchi volontari, è risultata perfino proporzionale alla bontà dei caffè ivi consumati, e il ricordo del soggiorno si è rivelato più evocativo se associato all’abilità degli indigeni di preparare quella che, a tutti gli effetti, sembra confermarsi una vera e propria droga: a tazzulella.

I numeri non finiscono: il 58% della gente afferma di bere caffè per rilassarsi, il 55% per deliziare il palato; ed è altresì interessante volgere l’attenzione agli effetti dell’astinenza: il 28% degli esaminati, quando non può consumare questo aromatico carburante, sente venirgli meno la creatività, il 22% non potrebbe neppure ad alzarsi dal letto e il 16% non riuscirebbe ad interfacciarsi con chicchessia.

Alla luce di quanto sopra, non stupisce che il caffè goda di una giornata a lui dedicata: ogni primo ottobre, la vivanda viene celebrata attraverso degustazioni gratuite e feste a tema nei locali di tutto il mondo, ma inutile a dirsi, il modo migliore per apprezzarne la soavità, è di sentire il morbido gorgoglio della moka provenire dal fornello di casa propria, mentre, ad asaltare l’intimità del focolare domestico, è un inebriante aroma che sussura, come una madre premurosa: “È ora di alzarsi”.

Neppure la scienza ha tardato a interessarsi alla bevanda, e l’ha fatto attraverso uno studio (condotto degli esperti dell’Harvard T. Chan School of Public Healt) dal quale è emerso che, 3-5 tazzine di caffè al giorno, avrebbero l’incredibile potere di scongiurare il rischio di morte prematura, tenendo alla larga le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2, le ideazioni suicidarie e il morbo di Parkinson. Ming Ding – coautore della ricerca – ha commentato: «I composti bioattivi del caffè riducono la resistenza all’insulina e l’infiammazione sistemica. Questo potrebbe spiegare alcuni dei nostri risultati. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per indagare i meccanismi biologici che producono questi effetti».

Qualora la vostra apprensione sia di assumere troppa caffeina, allora vi suggeriamo di coniugare la passione per il caffè con l’impiego di una delle tante app che aiutano a imbrigliare la situazione: “Caffeine Tracker” vi aiuta a tenere traccia di tutta la caffeina introdotta nell’arco della giornata, consentendovi di scongiurare il tanto paventato sovradosaggio.

Fabrizio Maria Barbuto

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