Ogni sessanta secondi in Europa sparisce un minore, secondo i dati raccolti da Missing Children Europe, federazione europea per i bambini scomparsi e sfruttati sessualmente. La nazione in cui ciò accade con maggiore frequenza è la Romania. In Italia, invece, stando ai numeri di Telefono Azzurro, ne svanisce uno ogni quarantotto ore, oltre tre alla settimana, e quattro volte su cinque dei dispersi non si sa più nulla. Finiscono inghiottiti in un gigantesco buco nero, che non li restituisce mai più.

Su 177 sparizioni segnalate nel nostro Paese nel 2017, i casi risolti sono stati soltanto 30, ossia il 16,9%. Degli altri 147 fanciulli dileguatisi si sono perse le tracce. Probabilmente sono finiti nelle mani dei trafficanti di organi o di sostanze stupefacenti, di sfruttatori senza scrupoli, che li hanno trasformati in schiavi sessuali, abusandone, vendendoli e torturandoli a piacimento, fino ad arrivare ad ucciderli. A questi occorre sommare i piccoli la cui eclisse non viene neanche denunciata: nessuno si accorge della loro assenza poiché nessuno si è accorto della loro presenza. Essi sono soli nel senso più profondo e tragico del termine.

Il 64,5% delle segnalazioni riguarda il dileguamento di minori non accompagnati, migranti arrivati in Italia per sottrarsi alla fame e alla guerra, ma che pure trovano qui schiavitù e morte. L’Europol ha reso noto che nel giro di due anni almeno 10 mila minori stranieri senza genitori si sono volatilizzati poche ore dopo il loro arrivo nel vecchio continente (5 mila solo in Italia) e non sono stati rinvenuti più. Altre volte si tratta di bambini e adolescenti scappati da contesti familiari contraddistinti da violenza e degrado. La fuga da casa costituisce la seconda causa di scomparsa con un’incidenza del 12,4%. Non mancano i casi di rapimento.

Le regioni della penisola in cui si registrano maggiori episodi sono il Lazio (23,3%) e, a seguire, la Lombardia (22,7%). Nel Mezzogiorno e nelle isole la casistica è più contenuta, ma il fenomeno è diffuso anche lì.

Tra i piccoli desaparecidos c’è pure Madeleine MacCann, la piccola inglese di tre anni sparita in Portogallo il 3 maggio del 2007, pochi giorni prima del suo quarto compleanno. Maddie era in vacanza in un villaggio di Praia da Luz, in Algarve, con i suoi genitori, Gerry e Kate, ed i suoi due fratellini gemelli di neanche 24 mesi. Babbo e mamma durante il soggiorno nel resort Ocean Club erano soliti cenare presso un ristorante sito all’interno del residence e distante circa 200 metri dall’appartamento in cui la famiglia MacCann alloggiava. Quando la fine della permanenza era ormai vicina, una sera Kate, la quale si era recata a dare un’occhiata ai figli interrompendo la cena, trovò il letto della primogenita vuoto. La finestra, lasciata chiusa dai genitori, era aperta e la luce della cameretta accesa.

Sono trascorsi dodici anni da quel maledetto giorno e di Maddie non si hanno notizie. Kate continua ad aspettarla e a confidare di riabbracciare la figlia ormai adolescente, ma si tratta di una speranza sempre più flebile, che tuttavia i parenti non possono lasciare andare per non crollare a terra. Purtroppo le indagini sono state condotte male dalla polizia portoghese che ha trascurato alcuni elementi importanti per concentrarsi sui genitori, indagati per alcuni mesi persino di omicidio e occultamento di cadavere. Tutto ciò ha avvantaggiato i rapitori della piccola, oltre a distruggere ulteriormente la famiglia, finita in un tritacarne mediatico che l’ha ridotta in poltiglia senza alcuna pietà.

I dati incontrovertibili e sicuri sono che i sequestratori di Maddie gironzolavano da giorni intorno alla bimba, conoscevano le abitudini di Gerry e Kate, i loro orari, sapevano che i bimbi venivano lasciati soli dalle 20 circa e per qualche ora. Quindi i criminali erano lì, qualcuno li avrà visti, notati. Eppure gli inquirenti portoghesi ed inglesi non sono riusciti a risolvere il caso e a riportare Madeleine a casa, viva o morta che sia. La madre ha raccontato che quella sera i pargoletti erano particolarmente stanchi tanto da addormentarsi subito di un sonno molto pesante. Avevano trascorso mezza giornata al mini club, come sempre. È dunque possibile che il rapitore li abbia sedati al fine di poter accedere alla stanza senza che si svegliassero e sottrarre Maddie allontanandosi poi con la sicurezza che la bimba non avrebbe urlato? Se così fosse, il criminale era molto vicino ai fanciulli, tanto da poterli avvicinare, da potergli fornire cibo o vivande, quindi avrebbe potuto essere qualcuno che lavorava nell’albergo, proprio a contatto con l’infanzia. Eppure gli animatori così come tutto il personale del resort non sono stati messi sotto torchio. I coniugi MacCann invece sì.

Restando in Italia non possiamo non ricordare Denise Pipitone, scomparsa all’età di tre anni intorno a mezzogiorno a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, il primo settembre del 2004, mentre giocava con i cuginetti davanti all’abitazione della nonna materna. Cosa ne è stato di lei? E cosa ne è stato di Angela Celentano, 36 mesi, svaporata alle ore 13 del 10 agosto del 1996 sul monte Faito, in provincia di Napoli, durante quella che avrebbe dovuto essere una lieta gita con famiglia e amici?

E Mirella Gregori, 15 anni all’epoca della sparizione avvenuta il 7 maggio del 1983 nella capitale, ed Emanuela Orlandi, anche lei quindicenne, dileguatasi 45 giorni dopo sempre a Roma, che fine hanno fatto? Iuschra Gazi, bimba pakistana e autistica di 11 anni, dissoltasi il 19 luglio scorso durante un’escursione sull’altopiano di Cariadeghe, in provincia di Brescia, sarà mai ritrovata?

L’elenco è infinito. Sono 8 milioni i minori che ogni anno nel mondo sembrano volatilizzarsi, 22 mila al dì. Un esercito di innocenti violati, che urla un assordante pesantissimo silenzio.

Articolo pubblicato su Libero il 2 aprile del 2019

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