Nel 2015 il centrodestra governava Veneto e Liguria, oggi invece controlla ben 15 Regioni, ossia i 3/4 del Paese, incluse Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata. Molti commentatori stanno leggendo l’esito elettorale di ieri come una sconfitta per il leader della Lega Matteo Salvini e la sua compagine poiché la vittoria in Toscana e in Puglia, data quasi per certa, non si è realizzata. Tuttavia non si può trascurare che ora la coalizione costituita da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia è dominante nel Paese, sebbene costituisca la minoranza a livello centrale e l’Italia sia governata dai giallorossi, i veri sconfitti. Peraltro in Toscana, dove la sinistra è bene insediata, la differenza di voti ottenuti dalla candidata leghista Susanna Ceccardi rispetto all’avversario di sinistra è niente affatto importante. La prima ha retto bene il confronto con il 40% di preferenze. E cosa dire del trionfo sbalorditivo del leghista Luca Zaia in Veneto, il quale si è aggiudicato il 75% delle preferenze?

Sta di fatto che oggi più di ieri, dopo queste votazioni, la maggioranza di governo non corrisponde alla maggioranza reale. Abbiamo raggiunto questo paradosso: l’esecutivo è composto da partiti irrilevanti a livello regionale quali M5s (che sta sotto il 10%) e Italia Viva, il cui consenso sul territorio oscilla dallo 0 al 2%. Eppure tali partiti determinano le sorti della Nazione.

Qualcuno sostiene che i risultati di ieri blindino l’esecutivo Conte. A noi sembra che ne enfatizzino debolezza e illegittimità. Il popolo sovrano è schierato dalla parte opposta. Occorre che se ne prenda atto.

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