Dove manca la conoscenza si fa spazio la credenza popolare. E noi italiani siamo tra i popoli più ignoranti del globo: non passiamo sotto una scala aperta, crediamo che esista il cosiddetto “malocchio”, ricorriamo a diversi gesti scaramantici, alcuni alquanto volgari, appendiamo corone di aglio alle porte, come se il conte Dracula fosse sempre in agguato, e “facciamo le corna” per scongiurare nefasti avvenimenti.

Lo scienziato Albert Einstein sosteneva che sia più facile spezzare un atomo che abbattere un pregiudizio. E non aveva tutti i torti se consideriamo che la rivoluzione copernicana ha persino capovolto la nostra visione dell’Universo e del sistema solare, eppure da millenni continuiamo a tramandare di padre in figlio sciocche dicerie, alle quali finiamo tutti – nel dubbio che siano veritiere – con il prestare ascolto fino a condizionare le nostre scelte.

Il preconcetto si propaga in modo virale. Contagia chiunque. Nessuno ne è immune. Neanche gli uomini e le donne di Chiesa, coloro insomma che dovrebbero affidarsi al Signore più che ai falsi miti, come la suora quarantatreenne che giovedì sera, intorno alle ore 21:30, in via degli Elci, a Rieti, per evitare un gatto nero, è finita contro un’automobile in sosta e poi si è ribaltata a bordo della sua Renault Clio finendo contro il cancello di una palazzina. I soccorsi hanno estratto dall’abitacolo sottosopra la religiosa, la quale, nonostante l’impatto violento ed il terribile spavento, risultava indenne. Un vero e proprio miracolo. Grazie a Dio!

I testimoni hanno raccontato che la sorella ha sterzato prontamente non appena un gatto nero le ha tagliato la strada. È probabile che la donna abbia pensato che attraversare dopo il passaggio del micio, notoriamente portatore di sfiga, sarebbe stato troppo azzardato e che neanche un segno della croce ed un’Ave Maria l’avrebbero protetta dalla iettatura. Del felino, che non si sarà accorto di avere generato questo pandemonio, non si hanno notizie. Si è ritirato in religioso silenzio, riprendendo il suo cammino dopo avere lanciato un’occhiataccia di commiserazione alla suora.

Si narra dalla notte dei tempi che dopo il transito di un micio di color pece sia bene cambiare percorso al fine di non assicurarsi atroci sciagure. Finalmente è arrivata la sorella di Rieti ad abbattere tale teoria oscurantista, dimostrando che è vero semmai l’esatto contrario: se ti rifiuti di passare il confine tracciato dalle zampine scure di un gatto rischi di finire fuori strada, di schiantarti contro un muro e persino di lasciarci la pellaccia se non sei raccomandato dall’alto. Dei Cieli, si intende.

La religiosa si è salvata perché ha santi in paradiso, è chiaro. Ma cosa potrebbe accadere all’uomo comune che sia indotto a virare il timone della sua macchina alla vista di una minaccia simile, ossia di un tenero pelosetto sul ciglio della tangenziale?

Tuttavia, un dubbio resta e non è quello inerente al fatto che la monaca abbia provocato l’incidente soltanto per salvare una delle sette vite del felino. Il nostro sospetto riguarda proprio quest’ultimo. Forse che il micio si sia allarmato alla vista della religiosa e se la sia data a zampe levate finendo con il tagliare bruscamente la via alla povera capinera? In certe regioni italiane si dice infatti che vedere una o più suore porti iella.

Insomma, quello tra la religiosa e il gatto nero è stato uno scontro (per fortuna, evitato) tra titani della malasorte.

Il risultato è che adesso sappiamo non solo che la superstizione non poggia su nessuna base, ma anche che essa è pericolosa sia per chi la cova che per chi la subisce. Oltre che per i passanti.

Articolo pubblicato su Libero nel settembre del 2018

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon