Sebbene l’epidemia non si possa ancora considerare conclusa, poiché “persiste una trasmissione diffusa del virus”, “il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto”. Questo è quanto evidenziano gli esperti nel report dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute analizzando i dati del monitoraggio della situazione in Italia nella settimana che va dal 29 giugno al 5 luglio.

Gli scienziati aggiungono che “la riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento permette una più tempestiva identificazione e assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione. Non sorprende pertanto osservare un numero ridotto di casi che richiedono ospedalizzazione in quanto, per le caratteristiche della malattia Covid-19, solo una piccola porzione del totale delle persone che contraggono il virus sviluppano quadri clinici più gravi”.

Concludono gli esperti: “Questo risultato permette di gestire la presenza del virus sul territorio, in condizioni di riapertura, senza sovraccaricare i servizi assistenziali”.

Insomma, si direbbe che l’emergenza sanitaria sia finita e che la situazione sia sotto controllo, ciò esclude l’ipotesi della seconda travolgente ondata di contagio che la maggioranza ritiene possa quasi di sicuro travolgerci in autunno.

Non sussiste alcuna ragione valida che possa giustificare la proroga dei pieni poteri – pardon – dello stato di emergenza.

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