Emarginando per mesi e mesi milioni di cittadini a causa di una loro legittima scelta, ovvero quella di non vaccinarsi, non essendo la vaccinazione anti-covid obbligatoria, nonché punendoli, mediante la negazione di diritti inviolabili, non per avere posto in essere un reato bensì per avere esercitato una facoltà, cioè quella di scegliere di non sottoporsi alla vaccinazione, il governo italiano non solo ha prodotto l’aumento di tensioni e conflitti sociali ma ha creato altresì una classe di emarginati. Questi emarginati si sentono ghettizzati, defraudati, esclusi dal tessuto sociale, discriminati, e per questo nutrono un pericoloso risentimento nei confronti dell’esecutivo e, più in generale, dello Stato italiano. E sappiamo come il senso di avversione nei confronti dell’entità statale non abbia mai dato origine a nulla di buono, basti considerare il fenomeno mafioso o il terrorismo.
Trattasi di aspetti che non devono e non possono essere sottovalutati, i quali sono emersi ora con particolare evidenza in seguito alla aggressione sanguinaria della Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin. Milioni di italiani stanno dalla parte del criminale di guerra, lo sostengono, lo difendono, lo indicano quale vittima della Nato, dell’Europa, degli Stati Uniti, dell’Occidente tutto, e confidano nel russo affinché sia questi a liberare – proprio così – le democrazie occidentali da coloro che sono visti e considerati quali oppressori.
Una consistente parte di italiani si identifica in Vladimir Putin: egli è emarginato e vittima come loro, nella loro mente distorta. Non importa quanto Putin dimostri di essere spietato, la gente lo esalta, lo reputa una sorta di martire, eroe e salvatore, il quale difenderà l’Occidente dalla deriva culturale e non solo che lo investe. Insomma, milioni di cittadini italiani sono convinti che il sanguinario Vlad, pur avendo minacciato l’intera comunità internazionale, salverà il pianeta e loro stessi.
Codesta classe di emarginati, discriminati, i quali ora covano un sentimento di rabbia radicale e profondissima, ritengono “fake” tutto quello che proviene dai media ufficiali e alimentano sui social network, dove fanno rete, un preoccupante antioccidentalismo, pur essendo l’Occidente la culla che li ha allevati e il luogo in cui vivono.
Le teorie del complotto vanno per la maggiore: si dice che Putin non stia bombardando i civili, che sono gli ucraini a sparare sugli ucraini, quantunque queste affermazioni non abbiano alcun senso logico; si dice che Putin abbia avviato questa operazione in Ucraina per smantellare laboratori in cui scienziati ucraini e americani confezionavano virus capaci di annientarci; si dice che Putin sia stato provocato e aggredito e abbia solamente reagito legittimamente, che le immagini che giungono dal fronte siano costruite ad arte e che i morti siano attori messi in posa. Si dicono, insomma, le cose più folli. Però ciò che è ancora più folle è che certa gente ci creda e rifiuti categoricamente la verità, tacciando chi la racconta di essere corrotto.
Putin ha calcolato tutto. Egli ha colpito l’Occidente nel suo momento di più acuta crisi, quello in cui le persone non sono più in grado di discernere il vero dal falso.