Dal 24 febbraio, giorno della aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, abbiamo assistito alle scomposte reazioni dei putiniani nostrani nei confronti di chi, come me, fin dal primo momento ha condannato l’invasione di uno Stato sovrano, ossia quello che è, oggettivamente, un vero e proprio atto di guerra. Tuttavia Putin, che ha spiegato al suo popolo di avere intenzione di “liberare l’Ucraina dal nazismo”, non si è limitato neppure a questa azione, già clamorosamente esagerata ed esasperata, ovvero la penetrazione militare in un altro Stato, bensì ha calpestato ogni altra norma del diritto internazionale, incluso quell’insieme di regole che disciplinano la condotta delle parti in conflitto, poiché persino la guerra richiede un’etica, che Putin non ha e dunque non intende rispettare.
Tali violazioni si sono concretizzate, ad esempio, nel ricorso ad armi cosiddette “stupide”, che macellano chiunque e non un obiettivo preciso o strategico. Ed ecco le stragi di civili, i bagni di sangue, le bombe sui corridoi umanitari, gli stupri, la gente con mani e piedi legati e poi fucilata con la faccia contro il muro, la distruzione di scuole, ospedali, rifugi in cui avevano trovato riparo intere famiglie, migliaia di bambini, le torture. Le immagini, i filmati, le testimonianza delle persone che lì si trovano, autoctone, non convincono i putiniani che tuttora sostengono che la guerra non esista, che non è vero che la Russia stia compiendo questi massacri. Tale comportamento negazionista è folle oltre che vergognoso. Le vittime sono vittimizzate doppiamente.
Gli avvocati del diavolo che sui social adoperano un linguaggio violento nei confronti di chi esprime orrore verso i crimini realizzati dallo zar, coloro che giustificano Putin stendendo la lista delle colpe dell’Occidente, della Nato, della Ue, di Biden, eccetera, dovrebbero tenere presente un elemento fondamentale e inconfutabile: nulla di ciò che abbia potuto fare l’Occidente ai danni del presidente russo, ammesso e non concesso che tali responsabilità effettivamente sussistano, può in alcun modo, neppure minimamente, rendere lecita e legittima e giusta e motivata la macelleria che Vladimir Putin sta mettendo a segno ogni giorno e ogni notte dal 24 febbraio scorso sul territorio ucraino, macelleria che ha determinato un esodo di milioni di persone che non avrebbero lasciato la propria casa e la propria patria se laggiù Putin non avesse dato vita all’inferno.
Ne abbiamo abbastanza dei difensori della libertà che difendono l’assassino di tutte le libertà, anche quella di vivere nel proprio Stato. Anzi no, proprio quella di vivere.