I media britannici hanno lanciato l’allarme: non soltanto alcuni Paesi dell’Africa continuano a registrare un aumento giornaliero del numero di contagiati, ma emergono pure alcune varianti del coronavirus. Oltre a quella “made” in Sud Africa, dove c’è stata una crescita media del 30% dei nuovi casi settimanali e del 35% dei nuovi decessi tra il 10 dicembre e il 10 gennaio (Africa Centers for Disease Control), c’è quella nigeriana (in Nigeria la quota di infetti è in rialzo dai primi di dicembre). Ecco perché l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha chiesto agli Stati del continente nero di potenziare le misure di sorveglianza allo scopo di rilevare subito eventuali mutazioni. Ancora si ignora se i vaccini messi a punto siano in grado di rispondere efficacemente alla variante sudafricana, l’unica certezza è che, come ha evidenziato l’OMS, essa può diffondersi più facilmente.

Ad ogni modo, anche nell’Africa settentrionale, quella che è nostra dirimpettaia, l’infezione avanza, in particolare in Egitto. Ma pure in Tunisia, Paese da cui giungono in Italia clandestini a iosa, la pestilenza galoppa. Nell’anno appena conclusosi, quello della esplosione della pandemia in cui sarebbe stato quindi non opportuno ma addirittura indispensabile arginare gli sbarchi, su 34.154 immigrati pervenuti sul nostro territorio quasi 13 mila sono di nazionalità tunisina (38%). Il 2021 promette di regalarci lo stesso ritmo di sbarchi e in appena due settimane sono già 22 i cittadini tunisini entrati illegalmente in Italia su 340 migranti.

Il governo italiano è così attento alle indicazioni fornite dall’OMS, eppure trascura di considerare ciò che preoccupa l’organismo internazionale: in Africa i tamponi eseguiti sono scarsi, quindi il reale stato di diffusione del corona potrebbe essere ben più inquietante.

Ci sarebbe da chiudere le frontiere con rigore e intransigenza, come fece il leader della Lega Matteo Salvini allorché era a capo del ministero dell’Interno, al fine di tutelare la salute degli italiani e dei popoli europei in generale, evitando che le varianti che circolano in Africa entrino senza incontrare alcun tipo di ostacolo nel vecchio continente. Tuttavia, l’esecutivo zoppo, il quale impone agli abitanti della penisola divieti su divieti e riconosce agli extracomunitari esclusivamente diritti, seguita a mantenere un atteggiamento morbido e addirittura favorevole alle migrazioni illegali, che nell’ottica dei partiti di maggioranza sarebbero una manna dal cielo per tutti noi.

Dunque siamo al paradosso: gli italiani non possono spostarsi da un comune all’altro, da una regione all’altra, neppure quelle di fascia gialla, non possono lavorare, ossia condurre attività nell’ambito della ristorazione e non solo, non possono uscire di casa tra le 22 e le 5 per effetto di un coprifuoco privo di senso, non possono abbassare la mascherina per strada nemmeno per prendere una boccata d’aria, eppure gli immigrati possono partire dalle coste africane per trasferirsi in Italia senza documenti, senza mascherine, senza un impiego, senza una casa, senza un test del tampone che ne accerti la non contagiosità. E sono per di più benvenuti.

Se, come specifica l’OMS, quello che sta avvenendo in Africa non deve farci dormire sogni tranquilli in quanto il Covid-19 e le sue varianti sono in circolazione incontrollata, il Bel Paese, con il suo atteggiamento molliccio, politicamente corretto e disponibile alla invasione, avrà il merito di essere la porta di ingresso non soltanto dei terroristi che hanno già operato sul suolo europeo compiendo sanguinose stragi, bensì anche del virus africano in Europa.

Resta una domanda: a cosa ci serve sigillare scuole, bar, ristoranti, palestre, se poi, con epidemia in corso, incameriamo una media di quasi 3 mila immigrati al mese provenienti proprio dalle aree più infette del mondo?

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