Vladimir Putin si comporta da psicopatico, risultando la sua condotta e le sue scelte estreme e imprevedibili. Tuttavia ciò non ci deve indurre a credere che gli non adoperi il cervello. In verità, la sua pianificazione è stata attenta, maniacale, precisa, meticolosa, lunga, forse addirittura lunghissima. Egli si serve in particolare dell’inganno. Inganna il suo popolo e inganna tutto il mondo, non soltanto quando finge di dare il via libera a corridoi umanitari che poi bombarda, non soltanto quando lancia missili su ospedali pediatrici e poi dà la colpa al popolo aggredito, non soltanto quando racconta alla comunità internazionale tutta, la quale ripudia la guerra come mezzo per risolvere i contrasti tra Stati, di intervenire in Ucraina per salvare la popolazione locale dal nazismo, ponendosi quale eroe mentre diviene criminale di guerra. Putin inganna i soldati che ha mandato a morire in Ucraina, è stato spiegato loro che gli ucraini li avrebbero accolti come salvatori, invece li considerano per ciò che sono: nemici, invasori, aggressori da respingere, da cui difendersi. Putin è un mentitore perfetto. Lo fa davanti alle telecamere senza tradirsi neppure mediante un gesto involontario, una espressione non controllata. Che abbia scelto di agire ora, ovvero di dichiarare adesso guerra all’Occidente, e non solamente all’Ucraina, sia ben chiaro, non costituisce affatto un caso. Le democrazie occidentali hanno mostrato e dimostrato limiti, fragilità, inefficienze nella gestione della pandemia. Hanno addirittura calpestato i loro valori fondamentali, i principi fondativi su cui si basa la civiltà giuridica e su cui poggiano i nostri ordinamenti interni, hanno dato prova di incapacità, dilettantismo, debolezza. E Putin ha approfittato di questa crisi per assalire l’Occidente. Questa guerra viene combattuta – per ora – solamente in Ucraina, ma si tratta della guerra di Putin contro l’Occidente. E non è affatto remoto che il conflitto si allarghi e pure rapidamente.

Ecco l’errore che non dobbiamo commettere: sottovalutare il nemico che ci sta davanti e le sue intenzioni, ovvero il suo anacronistico imperialismo, ritenere che non sia possibile che possa sconvolgersi ancora una volta il nostro sistema di certezze e di sicurezze, come è già avvenuto con l’avvento del coronavirus, quando ripetevamo “tanto il virus qui da noi non arriverà mai”, (e lo dicevano pure quegli scienziati poi rapidamente elevati al ruolo di esperti che ci hanno flagellati con divieti privi di logica ed inutili), come se fossimo immuni da ogni dolore, da ogni tragedia, da ogni catastrofe. Invece no. Può succedere agli altri e può succedere dunque pure a noi di essere travolti da una epidemia di proporzioni globali, così come da una guerra globale. E proprio come accadde per la pestilenza da Covid-19, ci sono coloro che seguitano ad affermare che “tanto la guerra a noi non ci toccherà mai, riguarda altri” e addirittura che questa guerra sia finta, con tanto di attori che recitano e si mettono in posa davanti all’obiettivo.

Ci può salvare soltanto la nostra consapevolezza: è tutto vero e, purtroppo, tutto è possibile.

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