Non risiedono né nell’alleanza con Lega né in quella con il Pd i reali motivi che hanno portato al crollo repentino dei cinquestelle, i quali si stanno dissanguando ogni giorno di più e sono destinati a spegnersi. Tanto è vero che i primi due partiti non sono invisi agli italiani, uno continua a crescere, incassando clamorosi successi, e l’altro tutto sommato resiste. Le cause fondamentali del fallimento grillino sono da ricercare semmai:
- Nella incapacità del Movimento di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e scelte, continuamente demandate all’esiguo pubblico di attivisti mediante la votazione sulla piattaforma Rousseau, la quale ha lo scopo di legittimare decisioni di comodo e scomode, che non si ha il coraggio di compiere proprio per l’assenza di una identità forte, insomma di carattere.
- Nella mancanza di contenuti, lacuna che oggi il M5S tenta di mascherare rifugiandosi in un ambientalismo maniacale ed esasperato, tirato in ballo persino allorché non c’entrerebbe un tubo. Basta fare un giretto all’interno del Blog delle Stelle per rendersi conto che inquinamento e difesa dell’ambiente sono diventati gli unici argomenti di discussione, intervallati ogni tanto da attacchi al leader della Lega Matteo Salvini. Ecco qualche titolo in cui ci si imbatte scorrendo la home: “Il mare è la prima vittima della crisi climatica” (29 ottobre); “La pubblica amministrazione può fare molto per il clima. E lo stiamo facendo!” (28 ottobre); “Cari presidi, facciamo ecoscuola insieme” (27 ottobre); “Quattro domande a Matteo Salvini: non scappare” (26 ottobre); “La tutela dell’ambiente, un diritto fondamentale per la nostra Costituzione”, (26 ottobre); “Alberi per il Futuro 2019”, (26 ottobre); “Quattro domande a Matteo Salvini: i rapporti con Malofeev”, (25 ottobre); “Grazie alla Salvamare siamo tutti custodi del nostro patrimonio blu”, (24 ottobre); “Quattro domande a Matteo Salvini: la cena con Savoini”, (24 ottobre); “Approvata norma sull’End of Waste: al centro ambiente, lavoro ed economia circolare”, (24 ottobre); “Quattro domande sui presunti fondi russi alla Lega”, (23 ottobre); “L’Italia, il Paese che consuma le parole oltre al suolo”, (22 ottobre); “Basta con i negazionisti del cambiamento climatico”, (21 ottobre). Mi fermo qui per non tediarvi ulteriormente. Sembra di visitare il sito di Legambiente o del WWF e non quello di un partito che si trova alla guida del Paese. Gli italiani sono afflitti da disoccupazione e precariato, non riescono ad arrivare a fine mese, molti non hanno un tetto sopra la testa, gli imprenditori sono costretti a chiudere le proprie attività o a fare licenziamenti a causa di una tassazione troppo elevata, continuano a giungere sul nostro territorio migliaia di immigrati clandestini, a cui ci tocca provvedere e che finiscono con il dimorare sulla strada dedicandosi ad attività criminali, ed i cinquestelle mettono al centro della loro agenda questioni di lana caprina che agli abitanti della penisola non interessano. Dunque come ci si può aspettare che gli elettori poi li votino? Va da sé che i cittadini si orienteranno verso candidati più convincenti, in grado di comprenderli nonché di offrire soluzioni concrete ai loro guai.
- Nella imbarazzante faciloneria dei grillini. Si tratta di un semplicismo pasticcione, che nasce sia dalla ignoranza che dalla presunzione (elementi che si solito si accompagnano). Essi sono convinti, e lo dichiarano con orgoglio, che applicando balzelli alle merendine la gente dimagrisca e venga automaticamente indotta ad una sana alimentazione, come se le tasse avessero una funzione educativa. Ritengono che inasprendo le pene per gli evasori fiscali l’evasione scompaia, producendo un recupero di miliardi di euro. Affermano che distribuendo qualche spicciolo a chi non lavora, standosene beatamente sul divano, l’occupazione aumenti, come se questa elemosina possa moltiplicare gli impieghi che mancano. Come se non bastasse, codesta misura, ossia il reddito di cittadinanza, dovrebbe, anzi avrebbe fin da subito dovuto, “abolire la povertà”. Certo, il decretino dei miracoli. Secondo i pentastellati, inoltre, spogliando gli anziani dei propri diritti civili, togliendo loro il diritto di voto e quindi di essere rappresentati all’interno delle Camere, si perviene ad una società più giusta, nella quale i giovani sono liberi di fare passare le leggi a loro più congeniali e al diavolo i vecchi. I discepoli del comico Beppe Grillo, cultori della democrazia diretta in cui i cittadini votano sul web proprio come i telespettatori del Grande Fratello, non hanno dubbi: tagliando i deputati e senatori – ennesimo colpo alla democrazia parlamentare – si rimpolpano le casse statali e il popolo ci guadagna. I cinquestelle, pericolosi come tutti i perfetti idioti, pretendono di salvare le aree verdi della capitale dallo stato di totale abbandono in cui versano, assoldando, al posto di manutentori e giardinieri, greggi di pecore che bruchino l’erba. Del resto, Roma è già uno zoo. Tra sorci grandi come gatti, cinghiali grandi come tirannosauri, gabbiani grandi come gufi reali, e persino volpi, bestie che si rifocillano ai cassonetti dell’immondizia, sempre stracolmi, vuoi che non ci sia posto anche per gli ovini? E allorché i rifiuti diventano troppi, tanto da costituire un rischio per la salute pubblica, l’Ama sciopera e ordina ai romani disperati che pure pagano una Tari esosa: “Teneteli in casa”.
I grillini non dovrebbero governare da nessuna parte. Per il bene del pianeta.
Articolo pubblicato su Libero il 31 ottobre del 2019
Articolo pubblicato su Libero il 31 ottobre del 2019