Il governo è pasticcione, gli scienziati smentiscono persino loro stessi, il ministro Lucia Azzolina dice no alle mascherine in classe, il comitato tecnico-scientifico le raccomanda, i politici francesi sostengono che gli infetti siano contagiosi nei primi cinque giorni, quelli italiani che la quarantena debba durarne 21, in televisione si cerca di stabilire chi abbia ragione, se i primi o i secondi, è la scienza fatta a tavolino.

L’Oms avverte che avremo altre pandemie. Giuseppe Conte dichiara che la seconda ondata è probabile, “siamo in uno scenario pandemico, del resto”. Le scuole appena aperte sono appena state chiuse. I genitori non hanno idea se sarà l’istituto scolastico a fornire disinfettante e dispositivo di protezione individuale, come garantisce che avverrà l’esecutivo, o se devono imbavagliare i figli prima di farli entrare in classe.

Le strade rispecchiano questa anomia, questa confusione di tutto. Chi viaggia sulla bici o sul monopattino non rispetta alcuna regola. Supera a destra e a sinistra, oscilla, si getta contro le auto, sfreccia sul marciapiede, travolgendo chiunque. E presto questi comportamenti saranno autorizzati, pienamente legittimi: i ciclisti potranno andare contromano. Follia.

Viviamo sospesi tra disorientamento e paura, una paura alimentata da politici e stampa che offrono una lettura dei dati quotidiani relativi ai nuovi contagiati in chiave allarmistica. Quasi nessuno specifica il numero di tamponi fatti né tanto meno la proporzione tra il totale dei tamponi eseguiti e i tamponi risultati positivi. Il terrorismo è incalzante. L’altra notte una donna, una maestra di 45 anni, si è lanciata dal balcone a Roma: temeva di essere contagiata poiché accusava una lieve tosse.

La popolazione è stanca. E ha sempre meno voglia di capire. Ché tanto chi ci riesce?

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