“La mia condanna è assoluta e totale”, ha dichiarato senza mezzi termini il presidente del Senato Ignazio La Russa riguardo l’aggressione subita a Torino lo scorso sabato sera dal cronista della Stampa Andrea Joly da parte di alcuni militanti di CasaPound.
Tuttavia, pur essendo inequivocabili e chiarissime, le parole di La Russa, che è un giurista, abituato quindi ad adoperare la razionalità propria del diritto, sono state strumentalizzate dalla stampa schierata a sinistra che ha cercato di distorce completamente i concetti espressi da La Russa. Si è giunti al punto di accusare La Russa di avere giustificato il pestaggio. E questa è una operazione disonesta, un esercizio addirittura criminale dell’attività giornalistica.
Il presidente del Senato ha posto l’accento su un elemento significativo, che pure viene trascurato dai media: Joly, come ha raccontato egli stesso, non si è mai identificato come giornalista davanti ai militanti di CasaPound, i quali quindi, non sapendo che fosse giornalista, non lo hanno aggredito in quanto operatore dell’informazione. Avrebbero aggredito chiunque avesse osato fare quello che ha fatto Joly, ovvero filmare con il proprio telefonino quel momento del raduno in cui si sparavano petardi e si inneggiava al duce.
Insomma, il pestaggio non costituisce un crimine contro la libertà di informazione. Questa considerazione non attenuta affatto la gravità del reato posto in essere. Semplicemente demolisce quella narrazione di sinistra che vuole che in Italia sia diffuso un atteggiamento fascista che si esplicita e si manifesta anche e soprattutto nella lotta alla libertà di informazione.
La Russa ha inoltre puntualizzato: “Ci vuole un modo più attento di fare le incursioni LEGITTIME da parte dei giornalisti. La persona aggredita, a cui va la mia solidarietà, non si è mai dichiarata giornalista”.
“Non sto giustificando niente”, ha ribadito ancora una volta il presidente del Senato, a scanso di equivoci e mistificazioni, che pure non sono mancati.
La Russa non ha fatto altro che stigmatizzare la condotta dei militanti di CasaPound e specificare il vero attenendosi ai fatti riportati da Joly. Avrebbe avuto torto soltanto se Joly avesse dato un’altra versione, ossia di avere dichiarato di essere giornalista. Ma non lo ha fatto. Quindi il problema non si pone.