Quando la sinistra intende portare avanti una delle sue schizofreniche e inutili battaglie ideologiche, ecco che puntualmente sventola la bandiera delle libertà e dei diritti, tentando di intenerire i cuori e spingendo in tal modo l’opinione pubblica ad insorgere contro quelli che vengono descritti quali fascisti insensibili, privi di pietà nei confronti dei deboli, delle minoranze, delle donne e degli infanti.

Anche riguardo lo ius soli, ossia la concessione della cittadinanza allo straniero che nasca in Italia per il solo fatto di essere venuto al mondo sul nostro territorio, provvedimento che i progressisti ritengono indispensabile e vitale, si fa riferimento al fatto che i bambini e i ragazzi non italiani non godano dei medesimi diritti e servizi di cui godono invece quelli italiani e si insinua che i primi dunque ricevano un trattamento differente persino a scuola e non soltanto.

In verità questo è totalmente falso perché non esiste alcuna differenziazione tra i minori stranieri e i minori italiani. I diritti fondamentali, come quello all’istruzione, si estendono automaticamente agli stranieri e non è necessario quindi essere muniti della cittadinanza dello Stato italiano per potere studiare o svolgere altre attività.

A cosa serve allora la cittadinanza? Essa attribuisce i diritti politici, ossia il diritto di voto, quello di essere rappresentato e di rappresentare, che comunque non potrebbero essere esercitati prima del compimento del diciottesimo anno di età, quando, in base alla legge attualmente in vigore in materia, lo straniero può presentare la richiesta per ottenere la cittadinanza avendo risieduto in maniera legale e continuativa sul nostro suolo per dieci anni.

Insomma, il problema non si pone. Eppure in questi giorni siamo tornati a dibattere animatamente di questa questione, come se fosse una emergenza e una priorità l’attribuzione della cittadinanza agli stranieri che giungono dalle nostre parti, pena la negazione di diritti e libertà essenziali dell’infanzia.

La cittadinanza non si regala. Essa presuppone l’esistenza di un legame forte ed effettivo tra la persona e la comunità, identificazione, valori condivisi, conoscenza della lingua, della cultura e delle tradizioni della Nazione di cui si vuole acquisire la nazionalità. In assenza di questi elementi presupposti, essa non deve essere concessa poiché non si tratta di un omaggio, di qualcosa da svendere e svalutare.

Inoltre, l’introduzione dello ius soli costituirebbe un incentivo potente alla immigrazione clandestina di massa, quindi alle morti in mare. E aumenterebbero proprio le partenze di donne incinte le quali metterebbero in pericolo la loro vita e quella del feto nel tentativo di raggiungere illegalmente la penisola e partorire in Italia al fine di ottenere automaticamente la cittadinanza per il loro bambino.

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