Peccato, sì, peccato, perché Chiara Ferragni ci piace e le abbiamo dedicato diversi articoli, ma stavolta l’influencer ha mostrato di seguire le mode con troppa leggerezza, pure quelle del pensiero.

A proposito dell’omicidio di Willy Monteiro, avvenuto a Colleferro, l’imprenditrice digitale, come ella stessa ama definirsi, ha scritto: “Willy Monteiro, italiano di 21 anni dalla pelle nera, è stato ucciso da un gruppo di quattro fasci che l’hanno ammazzato a calci. I giornali si sono prodigati a estremizzare l’avvenuto in due modi: umanizzando gli aggressori (“bravi ragazzi”) e dando tutta colpa alle arti marziali che praticavano. I giornali però non mettono il loro focus sul fascismo e sulla cultura predominante nella vita di queste persone. Addirittura c’è chi propone di “eliminare queste arti marziali” per risolvere il problema. No, amo, il problema lo risolvi cambiando e cancellando la cultura fascista e sempre resistente in questo Paese di merda, non cancellando il mezzo tramite cui i fasci hanno fatto violenza. Il problema non lo risolvi nascondendolo sotto al tappeto, lo si risolve con la cultura dell’istruzione; qualcosa che manca in questo Paese”.

Ha ragione Chiara, “eliminare le arti marziali non risolve il problema”, che è molto più profondo. Tuttavia, stupisce la superficialità con la quale Ferragni giunge già a conclusioni a cui semmai dovrebbero giungere inquirenti e magistratura. Ella sostiene che coloro che hanno brutalmente e barbaramente ammazzato il ventunenne fossero “fasci”, tifosi di una “cultura fascista predominante”. Ma chi glielo ha detto?

Risulta semmai tutt’altro: essi non sono di destra, ma di sinistra. Uno di loro è fan di Virginia Raggi, del M5s, del movimento Lgbt. Più a sinistra di così non si può. Quindi smettiamola di catalogare la violenza, dandole un colore a tutti i costi, come fanno i progressisti, come fa – ahinoi – Chiara Ferragni. La violenza non è appannaggio di una parte politica assimilabile a Matteo Salvini, alla Lega, a Giorgia Meloni, a Fratelli d’Italia. Questa miopia non agevola la soluzione della problematica.

Dispiace inoltre che Chiara Ferragni, seguita su Instagram da oltre 20 milioni di seguaci da tutto il mondo, contribuisca ad alimentare lo sciocco pregiudizio che l’Italia sia fascista e razzista, addirittura un “Paese di merda”.

Preferiamo Chiara quando si prova vestiti anziché quando prova ad interpretare i fatti sociali sulla base di preconcetti e idee preconfezionate, utili soltanto ad una parte politica per attaccare un’altra parte politica nonché a banalizzare una realtà molto più complessa.

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