A Villa Pamphili giornalisti e telecamere non potevano accedere. Gli Stati generali si sono svolti nella segretezza assoluta, eppure vi si discutevano gli affaracci nostri, di noi cittadini italiani, mica era un party privato di Conte e Casalino. Le porte erano sbarrate, come piacciono a questo governo, che invece apre i porti e le braccia ai clandestini.

Ad essere secretati sono pure i verbali del comitato tecnico-scientifico, le cui conclusioni sono alla base delle decisioni assunte dall’esecutivo negli ultimi mesi. In sintesi, come ha dichiarato più volte lo stesso Giuseppe Conte, se siamo stati messi in quarantena è perché questo gruppo di sconosciuti i cui atti sono riservati, nonostante ci riguardino, ha stabilito che fosse necessario addivenire a questa brusca e prolungata sospensione delle libertà costituzionali. Il Tar del Lazio il 13 luglio ha stabilito che tali documenti debbano essere resi pubblici, staremo dunque a vedere (entro trenta giorni dalla pronuncia del tribunale devono essere diffusi).

Sembra che il premier sia ossessionato dalla segretezza, tanto che ha trattenuto la delega ai servizi segreti e non ha nessuna intenzione di cederla, poiché ritiene che nessuno possa fare meglio di lui, come ha ammesso egli stesso. E sappiamo tutti quanto Giuseppi sia modesto.

Certo è che questa mania del riserbo è indice di scarso rispetto dei principi democratici. Tanto che pure il Tar ha fatto notare al governo che è inammissibile e sbagliato tenere all’oscuro gli italiani dei motivi che inducono l’esecutivo a determinate scelte. Ci sarebbe arrivato persino un infante.

Gli abitanti della penisola sono stufi della scarsa limpidezza e di essere trattati da perfetti idioti.

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