Che donna Luciana Lamorgese! Una che non si fa pestare i piedi, tanto che non ha esitato a denunciare il sindaco di Messina Cateno De Luca per vilipendio, avendo questi accusato il Viminale di non avere fatto nulla per ostacolare l’arrivo in Sicilia di decine e decine di viaggiatori, in barba al decreto del 22 marzo che, nero su bianco, stabiliva appunto il divieto di spostamento a carico di tutte le persone fisiche. Si può rimproverare a Luciana di non avere fatto rispettare le regole in quella occasione, eppure non le si può rimproverare di non farsi rispettare.
Ella non permette a nessuno di oltraggiarla. E non disdegna l’utilizzo del pugno duro se qualcuno le fa cadere qualche schizzo di fango addosso. Su questo non vi è dubbio. Ciò su cui invece dubitiamo è se la tosta ministra sia consapevole del fatto che siamo in piena emergenza sanitaria. A volte ci sembra che se ne dimentichi del tutto e che nella sua testa regni sovrana un po’ di confusione. Un giorno il ministero dell’Interno emana una circolare in cui i genitori vengono autorizzati a portare a spasso i figli, sdoganando l’attività motoria ma bandendo quella sportiva, cosa che ha generato caos e perplessità.
È dovuto intervenire Giuseppe Conte per chiarire che il dicastero dell’Interno aveva fatto una cazzata. E se lo dice lui… Vabbè, sorvoliamo. Da questa novella lady di ferro ci aspettiamo ora il ricorso alla stessa intransigenza usata contro il primo cittadino messinese pure nei confronti della nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye, rimessasi in mare la scorsa settimana per sfidare non le onde bensì la pazienza degli italiani, già messa sotto torchio. La Ong è infatti pronta a scaricare sulle coste siciliane il primo battaglione di 150 clandestini, provenienti dall’Africa, continente che come quello europeo è dilaniato dal Covid-19. E ieri la Sea Eye ha chiesto al ministro degli Esteri tedesco di intervenire al fine di agevolare lo sbarco. No, non in Germania. Che avete capito?! In Italia.
Lunedì 6 aprile, nel silenzio generale, sono approdati a Lampedusa, a largo della quale si trova adesso la Alan Kurdi, 34 migranti irregolari, partiti su un barcone dalla Tunisia, Stato a cui il titolare della Farnesina Gigino Di Maio ha appena regalato 50 milioni di euro ma che pure seguita da anni a spedirci in casa decine di migliaia di suoi cittadini da mantenere a spese nostre, nonostante – lo puntualizziamo ancora – la Tunisia non sia in preda a conflitti.
Mentre gli scienziati si domandano se abbiamo o non abbiamo raggiunto il picco del contagio, un elemento è fuori discussione: il picco della stupidità la nostra classe politica lo ha toccato da un bel pezzo ed esso – non se ne comprende la ragione – non accenna e diminuire. Attualmente siamo ai massimi storici.
Dal momento che non è ipotizzabile riempire la tanto martoriata Lampedusa di extracomunitari potenzialmente contagiati e contagiosi, seppure creando un’area in cui concentrarli in quarantena, cosa che li porrebbe comunque in pericolo in quanto potrebbero trasmettersi il virus tra di loro trasformando il luogo in un grande lazzaretto (e sono presenti pure donne incinte), è bene che la nostra Margaret Thatcher tiri fuori il suo carattere battagliero, impedendo alle navi battenti bandiera tedesca di approdare in Italia per ivi condurre clandestini presi a bordo in acque internazionali. Per il diritto internazionale il primo territorio su cui i naufraghi poggiano piede è quello dello Stato della bandiera, ossia quello in cui la nave è stata immatricolata, in tal caso la Germania, dunque è alla giurisdizione tedesca che essi sono sottoposti ed è la Germania la Nazione in cui essi devono essere accolti, non di certo il Belpaese.
Su Le Figaro del 2 aprile è stato pubblicato un grafico che mostra come il coronavirus si sia espanso sul continente nero, in particolare in Marocco, Tunisia, Algeria ed Egitto, ma pure in Nigeria, Burkina Faso e Sud Africa. Ecco perché sarebbe una follia accettare l’arrivo di centinaia di migranti africani, oriundi proprio dalla zone infettate, mentre tentiamo disperatamente di tirarci fuori da una epidemia che ha paralizzato e danneggiato la nostra economia, costringendo 60 milioni di italiani a sigillarsi nelle proprie abitazioni.
Cittadini che peraltro non esiterebbero a scendere in strada ribellandosi alle misure restrittive che già mal sopportano e che sarebbero percepite come una beffa o una imposizione ancora più intollerabile nonché insensata qualora l’esecutivo, che ogni dì predica la necessità della chiusura nonché del permanere h24 sotto il tetto, consentisse lo stupro delle nostre frontiere da parte della Germania, la quale pesca clandestini nel Mediterraneo per gettarli in Italia e lavarsene le mani. Con l’amuchina, ovviamente. Chi reclama e pretende il rispetto delle regole deve quantomeno essere credibile. La rabbia degli abitanti della penisola tracimerebbe e i disordini sociali esploderebbero da Nord a Sud.
Qualche giorno fa Di Maio ha inviato una nota verbale a Berlino per rendere fare sapere che, essendo alle prese con la lotta al corona, l’Italia non potrà spalancare le braccia ai migranti raccattati nel Mediterraneo dalla Ong tedesca. Tuttavia, ciò non ci tranquillizza, considerato che Luigino talvolta fa la voce grossa ma dopo avere abbaiato si comporta come un tenero agnellino.
Queste battaglie navali non sono mai state risolte con la diplomazia. Sarebbe più persuasivo il lanciafiamme.
Articolo pubblicato su Libero l’8 aprile del 2020