Il nome non è ancora stato scelto, ma il senatore Gianluigi Paragone, espulso dal Movimento 5 Stelle, fonderà un nuovo partito anti-europeista che, stando ad un’indagine dell’Istituto Piepoli, potrebbe sfiorare il 7%, superando – ancora prima di nascere – il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, e quello di Carlo Calenda, Azione, messi insieme e oltrepassando addirittura il 20%.

Del resto, se c’è un sentimento molto diffuso tra gli italiani e destinato ad espandersi nei prossimi mesi a causa di un crescente malcontento generale è proprio l’avversione nei confronti dell’UE da cui gli abitanti della penisola si sentono traditi e persino tenuti in ostaggio.

Ecco perché il partito di Paragone, che non lascia spazio ad equivoci bensì giura che darà filo da torcere a Bruxelles, potrebbe conquistare gli elettori, fagocitando pure quelli delusi dal M5s, il quale in origine si proponeva l’abbandono della moneta unica e l’uscita dall’Unione europea, salvo rinnegare pure questi proponimenti una volta trasformatosi in casta.

Lo spirito schiettamente avverso all’integrazione europea, che ha preso una direzione deviata rispetto a valori e intenzioni dei padri fondatori, agevolerà senza dubbio Paragone a fare breccia nel cuore degli italiani. Un cammino, tuttavia, non privo di insidie: coloro che hanno dichiarato guerra all’UE non hanno mai fatto una lunga carriera dentro le istituzioni.

Ma – chissà – le cose potrebbero cambiare.

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