Un migrante eritreo di vent’anni, ospite del centro di accoglienza Villa Sikania, a Siculiana, nell’Agrigentino, è scappato dalla struttura la scorsa notte raggiungendo la statale 115, dove è stato travolto da un’auto. L’impatto è stato tanto violento da costargli la vita. L’automobilista è stato arrestato per omissione di soccorso, dato che non si è fermato dopo l’incidente.

Sono rimasti feriti i tre poliziotti che stavano inseguendo il giovane per riportarlo nel centro di accoglienza. Nella giornata di ieri proprio a Villa Sikania era esplosa una rivolta: una ventina di immigrati, che rifiutavano di rispettare l’obbligo di quarantena, era salita sul tetto dell’edificio.

Questi episodi, che talvolta, come in questo caso, hanno esiti tragici, ci dimostrano che esiste un problema serio di ordine e sicurezza, pure sanitaria. Gli extracomunitari pervenuti illegalmente sul nostro territorio non accettano le nostre regole, non osservano l’obbligo dell’isolamento, quantunque con diagnosi di positività al coronavirus, si ribellano ferocemente e si danno alla fuga, mettendo in pericolo loro stessi, la comunità intera nonché militari e agenti di polizia che devono sorvegliarli e tenerli buoni 24 ore su 24.

Nonostante il grido di aiuto lanciato dal governatore Nello Musumeci, il governo si ostina a negare che in Sicilia, dove ogni dì sbarcano centinaia di clandestini spesso infetti, esiste uno stato di emergenza che imporrebbe all’esecutivo di impedire con il pugno di ferro gli sbarchi, come fece l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.

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