Sono tacciati di essere egoisti e criminali, sono stati chiamati “terroristi”, “mafiosi”, “talebani”, sono considerati ignoranti, idioti, cretini, vengono accusati di infettare i vaccinati, i quali proprio perché vaccinati non dovrebbero temere di ammalarsi, e viene loro rimproverato di essere causa delle prossime imminenti e inevitabili chiusure, come se potessimo tollerare ancora di essere messi agli arresti domiciliari o come se fosse questa la terapia contro il coronavirus.
Eppure i non vaccinati non hanno alcuna colpa, se non quella, che non può ritenersi colpa, di esercitare una legittima facoltà di scelta, non essendo la vaccinazione obbligatoria, bensì libera e facoltativa, come stabilito dalla stessa Unione Europea, alla quale l’Italia sia adegua e guarda solo quando le fa comodo. I non vaccinati, i quali non sono no-vax, bensì free-vax (difendono la libertà di scelta), come ha puntualizzato il professore Alessandro Meluzzi a Torino ieri, nel corso di una manifestazione contro l’obbligo vaccinale prospettato dal premier Mario Draghi e contro il green pass obbligatorio, per di più sono reputati gli unici veri responsabili della comparsa delle temute varianti. Un’altra frottola. Però non siamo noi a confutare tale pregiudizio, bensì la scienza, alla quale si appellano i politici e che i politici richiamano per dare autorità a decisioni e provvedimenti impopolari e illegittimi.
Si legge infatti sul sito ISSalute dell’Istituto Superiore di Sanità che tra i “fattori che favoriscono la comparsa delle varianti dei virus”, oltre alla infezione prolungata in una persona che “non riesce a guarire”, ha un ruolo pure “la pressione selettiva esercitata dalla risposta immunitaria, da farmaci o da vaccini”. Sul sito viene spiegato che “i virus sono sottoposti a una forte pressione selettiva (la risposta difensiva del sistema immunitario nei confronti del virus che cerca di riprodursi e di infettare altre cellule) che riguarda soprattutto le proteine dell’involucro esterno e più esposte all’attacco del sistema immunitario. Sotto l’azione dei vaccini, o anche dei farmaci, che tendono a ridurre la sua moltiplicazione, è più probabile che quegli errori casuali (mutazioni) che danno al virus variato maggiori probabilità di resistere all’attacco degli anticorpi o all’azione dei farmaci antivirali, prendano il sopravvento. Questo risulta in un’accelerazione del naturale cambiamento (evoluzione) del virus”.
Del resto è ciò che da mesi ripete il virologo francese vincitore del Premio Nobel per la Medicina nel 2008 Luc Montagnier, il quale sostiene che la vaccinazione di massa contro il Covid-19 sia un “inaccettabile errore” che conduce all’emergere di nuove varianti.
Per i fanatici dell’obbligo vaccinale, per gli odiatori di coloro che esercitano il diritto di scelta, per chi pretende una vaccinazione estemporanea e a tappeto di chiunque, senza distinzioni, bambini inclusi, persino Montagnier è un coglione. Come tutti quelli che non sono vaccinati o come tutti quelli che fanno notare una ovvietà: il green pass obbligatorio per entrare al bar non ha alcuna funzione profilattica né alcun valore scientifico.