Le lacune geografiche sono trasversali: riguardano molti dei nostri politici, sia di destra che di sinistra. E rendono palese un dato di fatto: in Italia occorre senza dubbio valorizzare lo studio della geografia nella scuola dell’obbligo, poiché sembra essere materia alquanto trascurata.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ad esempio, ritiene che la Russia sia un Paese mediterraneo e che Matera sia collocata in Puglia. Gigino sostiene per di più che Pinochet fu dittatore del Venezuela (anziché del Cile) e che Napoleone combatté ad Auschwitz.
La dem Valeria Fedeli, ex ministro dell’Istruzione (il che fa accapponare la pelle), invece, pensa che in Afghanistan ci sia il mare con spiaggia annessa.
Giorgia Meloni, dal canto suo, qualche anno fa raccontò di essere stata “a Dublino, in Scozia”. Il suo collega Ignazio La Russa ha chiamato “kazakistani” gli abitanti del Kazakistan
Renzo Bossi, quando era consigliere regionale di Lega Nord in Lombardia, in occasione dell’inaugurazione del trading center nella provincia di Varese dove avrebbero alloggiato atleti australiani affermò: “Sarà un nuovo ponte tra l’Italia e l’Australia e quindi troveremo molti canadesi in giro per Varese”. Del resto, è noto, oltre che logico, che in Australia dimorino tanti canadesi. Renzo lo avrà appreso in Albania, dove si è laureato.
Peggio di lui un altro scomparso della politica di cui non sentiamo la mancanza, ossia Gianfranco Fini, il quale fu autore di questa frase tanto infelice quanto comica: “Il Darfur non è per il mangiare, se non mi sbaglio”. Forse confuse il Darfur, una delle province del Sudan, con la catena di supermercati Carrefour. No comment.
Alessandro Di Battista contribuisce a tenere alta la bandiera dell’ignoranza grillina. Anni fa disse: “Nigeria, vai su Wikipedia: il 60% del territorio è in mano ai fondamentalisti islamici di Boko Haram, la restante parte Ebola”. Per queste parole il New York Times nel 2015 inserì il nostro caro Dibba tra i più promettenti politici contaballe del mondo e definì le sua dichiarazione: “ridiculous claim”.
Non è da meno il suo compagno di partito, il mitico Danilo Toninelli. L’allora ministro delle Infrastrutture ci regalò una delle sue perle storiche il 9 ottobre del 2018, quando proclamò convinto: “Sapete quante delle merci italiane e quanti degli imprenditori italiani utilizzano con trasporto principalmente ancora su gomma il tunnel del Brennero?”. Peccato che il tunnel del Brennero non esista, e allorché i lavori per la sua costruzione verranno portati a termine, esso sarà un tunnel solamente ferroviario.
Quando era sindaco di Milano, Letizia Moratti ebbe una discussione su Twitter con un abitante del quartiere milanese di Sucate (ella credeva che esistesse sul serio) e si mostrò preoccupata per la costruzione di una moschea in via Puppa.
“Novi Ligure? Si trova in Liguria”. Fu la gaffe di Giovanni Toti, già a poche ore dall’annuncio della sua candidatura a governatore della Liguria nell’aprile del 2015. Peccato che Novi Ligure sia un piccolo paese in provincia di Alessandria, Piemonte. Lo strafalcione tuttavia non impedì al forzista di vincere le elezioni.
Come, del resto, non conoscere un tubo di geografia non ha precluso a Di Maio il sogno (che in un Paese normale sarebbe stato impossibile) di essere posto alla guida della Farnesina.
Amen.