Si stima che in Italia i naturisti, ossia coloro che in spiaggia si recano senza costume da bagno, siano oltre 500 mila e 20 milioni in Europa (dati A.N.ITA., Associazione Naturista Italiana). Essi adorano entrare in contatto diretto con gli elementi naturali senza fastidiosi involucri e orpelli, ossia facendo a meno di abiti, reggiseni e mutandine, dunque non avvertono alcun imbarazzo nell’esporre tutto, ma proprio tutto, alla luce del sole.

È la Germania la patria del naturismo, eppure questa filosofia di vita, tanto cara ai nazisti che avevano il culto del fisico ariano da ostentare con fierezza, è entrata in crisi negli ultimi tre decenni: rispetto agli anni Ottanta il numero dei fanatici del nudo si è addirittura dimezzato. Persino la cancelliera Angela Merkel usava sdraiarsi sulla sabbia completamente svestita, come risulta documentato da alcuni scatti fotografici in circolazione da anni. Angela sorride nella foto che la ritrae senza veli in compagnia delle amiche e quella espressione serafica ci racconta come per Angelona fosse normale (e magari lo è tuttora, perché no?) andarsene in giro ignuda. Ella appare perfettamente a suo agio.

Puntualizziamo: la moda di scoprire le parti intime non è stata introdotta dai nazisti. Essa è nata alla fine dell’Ottocento, sempre in Germania, all’interno dei circoli nazionalisti. Una maniera per essere più in contatto con Madre Terra. In Italia allora chiunque avesse sposato questa pratica sarebbe stato chiamato “svergognato” ed escluso dalla comunità. I tempi non erano ancora maturi.

È soltanto negli anni Sessanta-Settanta, con l’avvento dei figli dei fiori, che il nudismo prende piede pure nel Bel Paese, sebbene l’Italia sia dominata da millenni da una cultura bacchettona che si è imposta dalla fine della lasciva epoca romana. In quella fase storica i nudisti passarono dall’essere anticonformisti, come erano reputati all’inizio del XX secolo, all’essere squallidamente conformisti.

E il naturismo resiste con discreto successo anche qui, nonostante la pandemia abbia ridimensionato il fenomeno persino nella sua patria, dal momento che tale abitudine è ritenuta poco igienica. Peraltro sarebbe bizzarro, o almeno ridicolo, indossare guanti, mascherina e nient’altro.

Il sindaco di un piccolo paesino di circa tremila abitanti, Lychen, nel Brandeburgo, da quest’anno vieta l’ingresso ai laghi a coloro che si ostinano a rifiutare di infilarsi il costume. I trasgressori incorrono in una ammenda che può raggiungere i 500 euro. L’importo forse dipende dal ben di Dio offerto alla vista del pubblico. La decisione del primo cittadino di Lychen ha sollevato un fiume di aspre proteste. I naturisti non ci stanno, punto e basta: hanno intenzione di non riporre in valigia slip o bikini. Possono accettare l’obbligo di mascherina ma non di sicuro il divieto di denudarsi. Quindi sfidano il primo cittadino: “Ci provi lui, se ce la fa, a coprirci!”. Un tizio è giunto persino a minacciare di versare decine di litri di carburante nel lago. E menomale che i nudisti sono amanti e difensori dell’ambiente! Forse finché non li tocchi nel vivo, se così di può dire. Del resto, ai naturisti tedeschi è stata sufficiente la quarantena, ora è tempo di fare ossigenare i tessuti, millimetro per millimetro.

Le cose non vanno meglio ai maniaci del nudo integrale nostrani. Circa due settimane fa, a Abbadia Lariana, in provincia di Lecco, sei naturisti, tutti maschi di età compresa tra i 43 ed i 68 anni, sono stati sorpresi dai carabinieri mentre prendevano il sole su una spiaggetta pubblica e per questo si sono aggiudicati multe da 3.333 euro ciascuno. Ventilare i gioielli di famiglia può costare caro. “Questi malcapitati non stavano facendo nulla di male e non avevano intorno nessuno che avrebbe potuto scandalizzarsi. La Regione Lombardia, nella legge sul turismo, riconosce il naturismo come opportunità economica e come pratica rispettosa delle persone, della natura e dell’ambiente. Non si può parlare di oscenità. Un corpo nudo è quanto di più naturale possa esistere”, ha commentato Sergio Cattaneo, consigliere di A.N.ITA.

Che i naturisti siano esibizionisti è pregiudizio resistente. Essi puntualizzano che si svestono allo scopo di essere liberi e in armonia con il creato. Garantiscono altresì di non provare alcun tipo di godimento nel rivelarsi come mamma li ha fatti. Il piacere risiede nell’essere nudi e non nello sciorinare sotto gli occhi dei passanti i propri distretti più segreti.

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon