Con quella bocca potrebbe affermare quello che gli pare. A Mario Draghi viene perdonato tutto e nessuno oserebbe mai contraddirlo. Ogni sua parola è verbo. Ogni suo sospiro un monito. Ogni sua dichiarazione Vangelo. Basta che il premier rimproveri Matteo Salvini in conferenza stampa che subito questi si rimette in riga, per dimostrare al presidente del Consiglio di essere uno scolaretto bravo e diligente.

Eppure anche il primo ministro le spara grosse, tanto grosse ma tanto grosse da fare danni giganteschi, tanto più perché le sue affermazioni vengono sempre prese per assodate, solamente in quanto provengono da lui.

La più grossa di tutte Draghi l’ha sparata qualche giorno fa quando ha detto: “Non ti vaccini, ti ammali, muori. Non ti vaccini, contagi, lui o lei muore”. Falsissimo.

Innanzitutto chi non si vaccina non necessariamente si ammala e chi si ammala non necessariamente muore. La stragrande maggioranza dei contagiati, infatti, è asintomatica, ossia non sviluppa la malattia. Quindi, quella di Draghi è una semplificazione pericolosa e stupida.

Pericolosa e stupida altresì poiché avvalora un pregiudizio crescente nei confronti dei non vaccinati. In particolare quello in base al quale i non immunizzati sarebbero degli untori da tenere lontani, isolare, escludere, limitare, ghettizzare. Infatti, sostenere che i non vaccinati contagiano e che i contagiati dai non vaccinati muoiono riduce i non immunizzati al ruolo di assassini, sicari, killer spietati i quali, per puro egoismo o per pura stupidità, hanno scelto di non farsi inoculare il vaccino decretando così la morte di coloro che gli sono capitati accanto, ignari di essere entrati in contatto con un temibile non vaccinato, impropriamente definito “novax”. Preoccupante che un premier faccia simili osservazioni, tanto più se costui è ritenuto essere uomo illuminato e infallibile.

A smentire Mario Draghi ci pensa la scienza, la quale attesta che i non vaccinati presentano la medesima carica virale dei vaccinati, quindi contagiano allo stesso modo, né più né meno.

A questo punto è doveroso domandarsi a cosa diavolo serva il Green Pass se non a creare discriminazioni e disuguaglianze. Secondo il presidente del Consiglio, “il Green Pass è una misura che dà serenità e non toglie serenità, una misura per poter divertirsi, andare al ristorante, partecipare a spettacoli all’aperto e al chiuso con la garanzia di ritrovarsi con persone che non sono contagiose”. Insomma, il certificato verde ci fa divertire e dovrebbe, nell’ottica del premier, assicurare ai cittadini virtuosi, ovvero quelli vaccinati e non contagiosi, di non frequentare inconsapevolmente persone non virtuose, ovvero quelle non vaccinate e contagiose. Tuttavia, ora che sappiamo che gli immunizzati sono contagiosi come i non immunizzati per quale motivo dovremmo isolare gli uni rispetto agli altri (sempre ammesso che sia possibile non farli entrare in contatto)?

Probabilmente Draghi vorrebbe una società in cui i non vaccinati, che, a suo avviso, contagiano e quindi ammazzano, fossero rinchiusi nelle riserve, affinché i vaccinati, classe sociale di certificata superiorità, non avessero il fastidio di ritrovarseli a stretto gomito, magari seduti nel tavolo a fianco al ristorante. Ma questo, caro Draghi, non è possibile in un regime democratico i cui valori fondativi sono uguaglianza e libertà.

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