“Nessun grazie alla mia squadra che ha lavorato giorno e notte tra ricerca e 70 mila tamponi processati”, lamenta la virologa dell’Ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo durante un’intervista all’Adnkronos. Gismondo, la quale il 23 febbraio aveva dichiarato: “Si è scambiata un’infezione appena più seria di una influenza per una pandemia letale”, salvo successivamente ricredersi, ritiene forse di essere stata l’unica a sgobbare in questi mesi insieme al suo team.

Ella dimentica medici, infermieri e farmacisti, molti dei quali deceduti a causa di quella che la virologa aveva considerato “una influenza un pochino più seria”. Migliaia di farmacisti e pure di medici di famiglia che si sono ammalati assistendo i pazienti, peraltro, non saranno indennizzati per i danni subiti e nulla riceveranno le famiglie dei defunti di queste due categorie, poiché le assicurazioni private, che hanno pagato per anni, non equiparano l’infezione da Covid-19 all’infortunio sul lavoro.

Ma chi sarebbero gli ingrati che l’hanno trascurata secondo Gismondo? Colpevole di non avere riconosciuto in maniera adeguata il valore del suo lavoro è la Regione Lombardia. “Sono stati giorni e mesi molto pesanti, ma anche di grande soddisfazione per i riconoscimenti avuti all’estero. Dall’Italia non mi aspetto niente da tempo. Abbiamo ricevuto zero ringraziamenti dalla Regione Lombardia. La squadra del mio laboratorio ha lavorato 24 ore su 24, e avremmo dovuto averli i ringraziamenti, sia a livello governativo che regionale. Come è successo ad altri, ma siamo stati ignorati, e questo è molto triste”.

Forse Gismondo ritiene che mentre ella lavorava, assessori e company di Regione Lombardia si girassero i pollici. Facciamole una statua d’oro in Piazza del Duomo così sarà contenta.

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon