Passeggiavano come normali turisti lungo la Darsena di Milano, guardandosi intorno alquanto meravigliati nonché incuriositi dagli avventori dei bar e dai passanti, i quali non trattenevano il medesimo stupore. È stato un incontro ravvicinato del terzo tipo quello tra un branco di cinghiali e i milanesi che dimorano nella zona dei Navigli, dove ultimamente la fauna selvatica si manifesta di frequente: nell’aprile del 2019 arrivò in città, trasportato dalle acque, addirittura un lupo. Intimoriti dalle bestie che se ne andavano a zonzo indisturbate, alcuni cittadini hanno allertato i vigili del fuoco, i quali, giunti sul posto, hanno trovato soltanto tre dei sei esemplari, gli altri, forse fiutando il pericolo – mica scemi -, avevano già fatto marcia indietro per tornarsene in campagna, dove tutto sommato si campa più tranquilli.
Due dei rimasti sono stati sedati, recuperati e reimmessi in aree verdi, il terzo, che per sottrarsi alla minaccia si era rifugiato terrorizzato in un condominio, è stato purtroppo abbattuto. Cercava un angolino sicuro in cui nascondersi e, invece, non ha avuto scampo. Era in trappola.
È probabile che il branco in questione abbia imparato la lezione, ossia che dagli esseri umani è meglio mantenersi alla larga, e che perciò da ora in avanti se ne starà rintanato nel suo habitat, sebbene sia noto che i cinghiali possano abbandonare i boschi per incursioni notturne o mattutine nelle periferie urbane, talvolta spingendosi fino in centro a caccia di cibo, come accade oramai abitualmente nella capitale, dove la presenza abbondante di rifiuti attira codesti animali.
I cinghiali sono golosi e mansueti, pur essendo inselvatichiti, dimostrano una certa familiarità con la nostra specie e si lasciano facilmente addomesticare. Tuttavia, la loro espansione sul territorio nostrano desta non poche preoccupazioni. La Coldiretti ha lanciato un allarme: la popolazione di cinghiali in Italia tra campagne e città ha superato la quota di due milioni (nel 2019 si stimava fossero circa un milione) e, quantunque non siano aggressivi, tali mammiferi possono causare incidenti stradali talvolta mortali. Del resto, è accaduto persino a Roma, non in aperta campagna.
“La sicurezza nelle aree rurali ed urbane è in pericolo per il loro proliferare con l’invasione di campi coltivati e centri abitati dove spesso razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi di carattere sanitario per la diffusione di malattie come la peste suina. Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati e provocano sinistri stradali con danni stimati in centinaia di milioni di euro nell’ultimo decennio, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo vittime”, fa sapere la Coldiretti. Secondo una indagine condotta proprio dalla Confederazione dei coltivatori, per 8 italiani su 10 (81%) i cinghiali mettono a repentaglio salute e sicurezza e la loro diffusione costituisce una vera e propria emergenza, da affrontare mediante abbattimenti sistematici. Tuttavia per molti esperti questa non sarebbe la soluzione più opportuna. Del resto, dove è praticata non risulta avere arrecato benefici.
Per fare in modo che i cinghiali non si avvicinino alle nostre città, occorre tenere queste ultime pulite poiché se tali quadrupedi giungono nelle metropoli è soltanto allo scopo di reperire del cibo, non di sicuro perché sono attratti dai rumori assordanti tipici dell’urbe. Non a caso è Roma, dove la spazzatura permane a lungo sui marciapiedi, la città più invasa dai cinghiali. Un’altra pessima abitudine è quella di fornire loro da mangiare, trasformandoli in tal modo in bestie domestiche, stanziali e incapaci di procurarsi nutrimento da sé.