Non hanno il dono della parola, tuttavia gli animali possiedono un acuto sesto senso che permettere loro di avvertire il pericolo nonché di percepire la fine imminente. E deve essere stata questa soffocante sensazione di morte lo scorso luglio sulla SS 73 Ponente, a Costalpino di Siena, a indurre un maialino a gettarsi giù dal carrello trainato da un’automobile che lo stava conducendo al macello. Un eroico atto di ribellione oltre che un estremo e disperato tentativo di scampare all’uccisione, sottraendosi a quel destino che risulta ineluttabile per chiunque sia nato suino.
Un destino che Sieno, così fu battezzata la bestiola dagli agenti che le prestarono il primo soccorso, non ha accettato, tanto da lanciarsi con determinazione da un mezzo in corsa piuttosto che rassegnarsi alla prigionia e ad essere trasformato in prosciutto. Il conducente non si è neppure accorto di avere perso un passeggero. Chi passava di lì, quel dì, ha visto Sieno prendere le distanze e poi saltare audacemente sull’asfalto stringendo gli occhietti neri. Subito è stata allertata la polizia, la quale ha dovuto faticare alquanto prima di riuscire a catturare il povero fuggitivo. Il cuore di Sieno, che non era intenzionato a farsi riacciuffare e voleva godere ancora di quella libertà che si era conquistato con un temerario gesto di coraggio, batteva forte forte nel petto. Alla fine, stremato, il piccolo si è fermato in un’area di parcheggio e lì è stato preso e poi affidato ad un allevatore locale.
Poca fiducia il suino nutriva negli esseri umani. Eppure oggi deve essersi ricreduto. Sieno, in verità, si è scoperto essere Siena, maialina che con il suo ardore e il suo amore per la vita ha commosso migliaia di persone ricevendo fin da subito proposte di adozione, in particolare dai membri dell’associazione milanese Vita da cani e della Rete santuari di animali liberi, oasi dove le bestie salvate dai mattatoi possono campare in serenità, circondate dalle amorevoli cure dei volontari.
Il sindaco senese non è rimasto indifferente alle richieste degli animalisti, così, proprio questo lunedì, Siena è stata trasferita dall’allevamento in cui era ospitata dalla data del suo ritrovamento a Castiglione d’Orcia, in provincia di Siena, nel rifugio “La Tana del Bianconiglio”, che accoglie una sessantina di animali tra pecore, capre, mucche, tacchini, coniglietti, cavalli, messi in salvo da sfruttamento e violenze. Ludovica Lombardini e Diego Statuti, i quali hanno creato il rifugio in cui vivrà Siena nei terreni della loro azienda biologica, hanno costruito per la maialina un recinto dentro il quale la cucciola permarrà per qualche giorno allo scopo di farle assumere familiarità sia con l’ambiente sia con i quattro zampe che abitano lì da anni, gruppo di cui Siena sarà presto parte integrante.
“Nei santuari, come il Bianconiglio, si sperimenta un mondo alla rovescia: gli animali non sono più da reddito, bensì da debito. Non devono più produrre alcunché e sono liberi di gestire la loro esistenza e il loro tempo come preferiscono, senza costrizioni né richieste”, commenta Lombardini.
Il maiale è forse in assoluto l’animale più spolpato dalla nostra specie. Di esso si dice infatti non si butti via niente. Non lo consideriamo neppure un essere vivente, bensì soltanto quale prodotto di salumeria, venuto al mondo per soddisfare il palato e rendere succulenti i nostri panini. La storia di Siena ci pone davanti un’altra realtà con la quale ci tocca confrontarci: questi mammiferi mostrano un elevato grado di comprensione e consapevolezza e provano sensazioni e desideri che non differiscono affatto da quelli che scuotono l’animo umano, come l’anelito alla libertà. Insomma, ci somigliano, sebbene siano migliori di noi. Avete mai veduto un camion guidato da un suino e carico di uomini destinati al macello?