Quasi la metà degli italiani soffre l’assenza di baci e abbracci e dopo oltre un anno di pandemia ne ha abbastanza di raccomandazioni e divieti volti a tenerci l’uno distante dall’altro al fine di evitare l’infezione da coronavirus, stando ad un sondaggio condotto per TauMarin dall’Istituto AstraRicerche. Precisamente, il 47% degli intervistati non ha avuto difficoltà ad ammettere che gli è pesata l’impossibilità di abbracciare e baciare. Il gesto di affetto di cui abbiamo più nostalgia? Proprio l’abbraccio (28,8%), seguono i sorrisi (19,5%), purtroppo ancora nascosti dalla mascherina, i baci per amicizia (12,3%) e quelli passionali, ossia alla francese (11,4%).
Sul sito del ministero della Salute compaiono ancora quelle regole che hanno stravolto i nostri usi e costumi: “Evita abbracci e strette di mano, evita sempre contatti ravvicinati mantenendo la distanza di almeno un metro”. Con una campagna vaccinale che ormai galoppa e un drastico calo di tamponi positivi e decessi, anche per effetto dell’estate, ci chiediamo: non è il caso di tornare ad abbracciarci considerato che stiamo patendo tanto gravemente la mancanza di effusioni? Si direbbe di sì dal momento che, stando a recenti studi scientifici, stringersi allunga la vita, giova all’umore, abbassa la pressione sanguigna, regola il battito del cuore, calma e protegge pure dal rischio di sviluppare malattie allorché si viene a contatto con un virus. Mica male. Quindi, se proprio ci teniamo al benessere nostro e altrui, scansare qualsiasi genere di vicinanza fisica non risulta essere una scelta molto intelligente.
Eppure il virologo Fabrizio Pregliasco insiste: baci e abbracci devono restare banditi, al massimo è ammessa la stretta di mano, a patto che ci si disinfetti a dovere subito dopo. Dunque, addio amori estivi, “un bacio a labbra salate, un fuoco, quattro risate e fare l’amore giù al faro”. A giudizio dell’esperto, i flirt dovrebbero limitarsi alle passeggiate mano nella mano, in stile anni Venti del secolo scorso. E se la voglia di toccarsi dovesse diventare incontenibile, è consigliato ricorrere ad una doccia fredda, o alla buona vecchia cintura di castità. Oltreoceano invece si parla di “hot vax summer”, espressione che potremmo tradurre in questi termini: se proprio volete una estate bollente, a luci rosse, vi conviene essere vaccinati.
Qualche giorno fa il consigliere per il coronavirus della Casa Bianca Andy Slavitt ha dichiarato: “Abbiamo finalmente trovato l’unica cosa che ci rende tutti più attraenti: una vaccinazione”. Slavitt si riferiva ad una tendenza, incoraggiata dal governo americano, che ha preso piede negli USA, quella di cercare partner immunizzati. Le più popolari app di appuntamenti, come Tinder, Hinge e OkCupid, mirano a rendere “sexy” le vaccinazioni in collaborazione con la Casa Bianca, la quale spera di vaccinare il 70% della popolazione statunitense entro il 4 luglio. Gli iscritti alle app di dating possono assicurarsi che i potenziali partner abbiano ricevuto sia la prima che la seconda dose e sembra che per gli immunizzati sia più facile ottenere appuntamenti galanti, quindi fidanzarsi e mettere su famiglia. Sarà anche così, non ne dubitiamo, ma domandare per prima cosa a chi ci interessa se sia stato già vaccinato o meno o cosa ne pensi dell’obbligo vaccinale potrebbe pure spegnere la passione, raffreddare l’atmosfera, sterilizzare il clima, fare precipitare gli ormoni dal quinto piano.
Dopotutto ne abbiamo abbastanza di covid-19. Il virus cinese ha complicato ulteriormente le relazioni, inducendoci a sollevare le barriere, che già erano abbastanza alte, ad allargare le distanze che ci separano, o meglio, che ci isolano. E in tale isolamento ci siamo appiattiti. La vera sfida adesso consiste nel mettere da parte le vecchie paure e pure quelle nuove, spingendoci al di fuori di quel perimetro che ci siamo tracciati intorno, al di là del quale la vita non finisce, bensì comincia.