Giornalismo e pornografia. Due settori che, apparentemente, non hanno nulla in comune, ma dai quali Maria Giovanna Ferrante è stata attratta per lo stesso motivo: l’amore per la verità. Giornalista professionista (dal 2008), scrittrice, e anche attrice e produttrice di genere porno, la poliedrica Ferrante, nome d’arte Mary Rider, 42 anni, laureata in letteratura comparata, master in giornalismo, dopo avere lavorato per l’Ansa e collaborato con importanti quotidiani nazionali, tra qui La Stampa, tre anni fa ha deciso di lasciare il giornalismo per esordire nel mondo a luci rosse, mossa più dalla curiosità che dalla brama di denaro.
Questa scelta ha segnato per lei una rinascita, riportandola alla vita dopo un periodo difficile. Come l’araba fenice che risorge sempre dalle sue stesse ceneri, simbolo al quale Mary è legata tanto da farselo tatuare addosso, la giornalista ha trasformato la sua sofferenza in un’occasione di crescita ed espansione interiore, grazie al coraggio, che la contraddistingue, di essere se stessa a dispetto di giudizi e critiche, incluse quelle dei suoi familiari più stretti, che le hanno raccomandato di non farsi più vedere nel suo paese natale, in provincia di Salerno.
In fondo, la felicità richiede nient’altro che coraggio: quello di essere veri.
Mary, perché hai scelto di passare dal giornalismo alla pornografia?
“Per il desiderio di sperimentare. Il giornalismo, così come è declinato in Italia, non corrispondeva alle mie aspettative e quindi ho deciso di intraprendere un percorso nuovo insieme al compagno della mia vita e ad una coppia di nostri amici”.
Cosa ti aveva delusa del nostro settore?
“Io volevo raccontare la verità. Proponevo notizie che venivano spesso bocciate”.
Quindi ti sei avvicinata al giornalismo per la passione verso il vero e ti sei allontanata per lo stesso motivo.
“Sì, è andata proprio così”.
Cosa è stato determinante nel cambiare strada?
“La partecipazione ad una fiera del sesso in Portogallo, dove io ed il mio compagno abbiamo fatto sesso dal vivo davanti ad un pubblico molto nutrito di spettatori, scoprendo che questo ci piaceva da matti, nonché l’incontro con Rocco Siffredi su un set in cui lui era regista e produttore del film al quale io partecipavo per la prima volta”.
Perché conoscere Siffredi ha avuto questa rilevanza per te?
“Mi sono presentata a lui con il mio pseudonimo “Mary Rider” e lui ha detto: “Rider come motociclista? Allora ti consiglio di cavalcare cazzi”. E ho seguito il consiglio alla lettera”.
Il nuovo lavoro è più remunerativo rispetto all’attività giornalistica? Te lo chiedo non perché io sia interessata a cambiare lavoro, lo specifico per rassicurare i miei familiari.
“Sì, gli introiti sono superiori, ma la fatica è tanta. Purtroppo oggi il lavoro di giornalista non è ricompensato come dovrebbe: lo sforzo e la formazione necessaria non sono proporzionati al guadagno. Diventa solo una perdita di tutto alla lunga molto frustrante”.
Il settore del porno non ha risentito della crisi?
“Anche questo settore ha registrato una flessione, tuttavia resiste molto bene”.
Quanto rende e quanto costa produrre un film porno?
“I costi sono inferiori ai 10.000 euro ed i guadagni di poco superiori. Ma sono cifre relative, se il film piace molto, aumentano gli incassi”.
E gli attori quanto guadagnano?
“In Italia molto poco. Le attrici sono pagate tra i 250 ed i 500 euro a scena. Oggi c’è tanta concorrenza, tutte vogliono fare le porno-star, quindi i compensi si sono abbassati, tutto a discapito della qualità”.
A che età si inizia?
“Non appena si può. Quindi a 18 anni, per legge. In Italia però ci si avvicina a questo lavoro soprattutto dopo i 25 anni”.
Com’è lavorare con Rocco Siffredi?
“Purtroppo quando ci ho lavorato io, lui era dietro la videocamera. È un grandissimo professionista, ha la capacità di mettere subito a proprio agio l’interlocutore. A volte ci sentiamo e presto ci vedremo a Budapest per parlare di lavoro”.
In Italia si sente la presenza della Chiesa? C’è maggiore pregiudizio verso chi lavora nel tuo settore?
“Senza dubbio sì. Bisogna sapere che, una volta intrapreso questo percorso, non si torna più indietro. I film non si cancellano e si viene marchiati per questa scelta”.
Questa stigmatizzazione non avviene nel resto dell’Europa?
“No. A Budapest, a Praga, tante ragazze fanno questo lavoro, che viene pagato anche meglio, per completare gli studi. Lavorano due o tre anni e poi diventano avvocati, ingegneri, giudici, medici”.
In Italia quanto pesa questa scelta sulle relazioni sociali ed affettive?
“Molto. La mia famiglia di origine mi ha invitata a non raggiungerli per il Natale. Ho contatti solo con mia madre. Ma ho anche la fortuna di condividere la passione per il porno con mio marito. Stiamo insieme da 17 anni e viviamo con un’altra coppia di amici da tre anni. Siamo una famiglia allargata, abbiamo tutti un figlio circa tre anni”.
Il bambino è figlio vostro o dell’altra coppia?
“I genitori biologici sono i nostri amici, ma noi non facciamo queste distinzioni. Il bambino ha due mamme e due papà che lo amano al di sopra di tutto e che si occupano di lui”.
Il tuo settore è sicuro dal punto di vista sanitario?
“La Spicy Lab, che è l’associazione e casa di produzione creata da me, il mio compagno e quest’altra coppia di amici, è molto rigorosa: a Torino, dove vivo, abbiamo diverse convenzioni con laboratori di analisi che ci consegnano i risultati entro 48 ore. Ogni 30 giorni i nostri attori e noi stessi ci sottoponiamo ad ogni genere di esame medico. Purtroppo, l’esistenza della pornografia amatoriale, che non rispetta alcuna regola, espone gli attori a gravi rischi per la salute. Il sesso è bello solo quando è sicuro”.
Quando vedi tuo marito alle prese con un’altra donna, non subentra un pizzico di gelosia?
“Il lavoro è lavoro. Inoltre, io ed Eric siamo una coppia scambista, quindi cerchiamo questo tipo di situazioni perché ci eccitano in modo particolare. La gelosia subentra solo quando viene manifestata una preferenza”.
Secondo te, questo tipo di rapporto “aperto” favorisce la complicità?
“Sì, perché siamo sinceri tra noi e condividiamo tutto. Noi non abbiamo bisogno di farci le corna alle spalle, quindi di nascondere qualcosa o di inventare scuse e bugie”.
Tra te e l’altra mamma si creano mai dissapori o rivalità?
“Siamo nate come amiche, siamo state amanti, ora siamo socie in affari e anche mamme insieme. Abbiamo un legame speciale, privo di gelosie”.
Come avviene la divisione dei compiti genitoriali?
“Ci alterniamo in base agli impegni. Il bambino, essendo in quattro, ha sempre qualcuno che si occupa di lui ed è molto seguito”.
Con quanti uomini sei stata?
“Ho smesso di contarli”.
Con quante donne?
“Di queste conto solo le donne cui ho condiviso delle emozioni e non solo il sesso sul set, quindi una decina”.
Quanto incide una scarsa pratica sessuale nella crisi di coppia?
“Almeno per l’80%”.
Qual è il segreto per mantenere vivo il desiderio?
“Gli uomini tendono ad essere egoisti e le donne a non comunicare i propri reali desideri sotto le lenzuola. Condividere le proprie fantasie è un modo per rafforzare l’intesa sessuale. Quindi ci vuole una buona comunicazione tra i partner”.
È più importante l’erotismo o la sessualità?
“La sessualità nasce dall’erotismo, che è fatto di piccoli gesti dai quali scaturisce un potente desiderio. Ci può essere erotismo anche in uno sguardo o in una lieve carezza”.
Qual è un tabù che tuttora resiste nel sesso?
“Le donne sono incapaci di ammettere che hanno voglia di fare sesso esattamente come gli uomini”.
Cosa consigli alle donne?
“Consiglio alle coppie di frequentare un club di scambisti. In quei luoghi vige il completo anonimato, così ci si può sentire più liberi di esprimere la propria sessualità e di trasgredire”.
E gli uomini hanno dei tabù?
“Il loro tabù è il rapporto anale perché lo collegano, a torto, all’omosessualità. In realtà, quella anche per loro è una zona erogena che può essere stimolata dalla propria partner amplificando il piacere. Io ho scoperto tardi il piacere del rapporto anale, ma sto recuperando gli anni persi”.
Tra te e tuo marito, sposati da 14 anni, ed abituati a fare sesso anche per lavoro, c’è mai un calo del desiderio?
“No, lui mi desidera anche quando sono con il pigiamone. Non si tratta di bisogno di fare sesso tra noi, ma di bisogno di ricongiungerci, di fonderci dopo una giornata in cui magari siamo stati lontani”.
Cosa rende una donna sensuale? Bastano i comuni orpelli, come i tacchi?
“Una donna è sensuale quando si sente a proprio agio a prescindere da ciò che indossa. Può essere sexy anche con le scarpe rasoterra, la sensualità nasce da dentro”.
Nella pornografia c’è un uso di sostanze chimiche per mantenere l’erezione?
“Si utilizzano tanti metodi, non solo il viagra o il cialis, che non sempre funzionano. Gli attori ricorrono di frequente a punture di sostanze naturali, come la papaverina, fatte proprio sul pene, che provocano una erezione forzata e molto duratura, di circa 4 ore”.
Ti è utile la tua laurea nell’attuale lavoro?
“Molto. La laurea è necessaria in qualsiasi lavoro, anche nella pornografia”.
Ma sembra che non lo sia per ricoprire ruoli istituzionali. Cosa ne pensi?
“Che i tempi stanno finalmente cambiando”.
Sì, in peggio.