Nonostante nell’ultimo decennio i bambini obesi e sovrappeso nel nostro Paese siano diminuiti del 13% grazie alla diffusione di una cultura della prevenzione nonché dell’educazione alimentare, quelli italiani restano i pargoletti più grassi in Europa (pari merito con Cipro) con un tasso di obesità che si attesta al 21% per i maschi ed un tasso di sovrappeso che tocca il 42%, sempre per il sesso maschile. Per le femmine, invece, questi indici raggiungono il 38%, secondo il rapporto, presentato a Vienna a fine maggio 2018, dell’European Childhood Obesity Surveillance Initiative dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Ad esagerare a tavola non sono solo i piccoli di casa nostra, ma anche quelli di Cipro, Spagna, Grecia, Portogallo, Malta e San Marino, nazioni dove circa 1 minore su 5 è corpulento.

I tassi di obesità, che si riscontra quando l’indice di massa corporea (IMC= peso/altezza al quadrato) è superiore a 30, precipitano al 5%, invece, se ci spostiamo verso il nord Europa, ossia in Francia, Norvegia, Irlanda, Danimarca e Lituania.

Si tratta di risultati preoccupanti, che svelano l’adozione reiterata e diffusa sul nostro territorio di pessime abitudini alimentari da parte degli adulti e di conseguenza dei minori e persino di uno scarso interesse per la salute, poiché essere magri non è una questione meramente estetica, bensì di benessere. Infatti, l’obesità, considerata dall’Oms un grave disturbo medico, ed il sovrappeso si associano ad una maggiore predisposizione sul lungo periodo ad andare incontro ad alcune forme di tumore, al diabete di tipo 2, all’ipertensione, alle malattie cardiovascolari e respiratorie nonché a disturbi psicologici, che influiscono negativamente sulla qualità dell’esistenza. Un altro fattore di rischio è la minore aspettativa di vita.

Lo studio presentato a Vienna rivela anche qualcosa di positivo: i bimbi del Belpaese mangiano frutta quasi tutti i giorni e non eccedono nel consumo di pizza e di cibi da fast food, che costituiscono una piaga negli Stati Uniti dove il problema dell’eccesso di grasso è un allarme sociale, eppure accumulano i chilogrammi di troppo, anche a causa della sedentarietà e dell’uso epidemico da parte dei genitori di parcheggiare i figli davanti alla tv o di mettergli in mano strumenti della tecnologia per distrarli, oltre a merendine e dolciumi di vario tipo.

Le guanciotte piene, le forme rotondette, il viso rubicondo rendono i nostri fanciulli molto graziosi, ma l’obesità infantile è una problematica seria e comporta altresì un disagio psicologico, destinato ad aggravarsi durante la pubertà qualora, con il supporto indispensabile dei genitori, del pediatra e del nutrizionista, il bimbo non adotti uno stile alimentare più salutare che lo conduca ad un naturale e sano dimagrimento. Insomma, non c’è tempo da perdere.

Risulta un paradosso che proprio i Paesi dell’Europa meridionale, dove è nata la dieta mediterranea, considerata la più sana al mondo, abbiano conquistato questo primato tutt’altro che virtuoso. Non ci resta che chiederci perché ingrassiamo tanto. O forse sarebbe più opportuno domandarci perché mangiamo tanto. Probabilmente poiché siamo dei buongustai da sempre, amanti della convivialità e dell’abbondanza. Nell’epoca degli snack veloci, tanti di noi considerano ancora il pranzo o la cena un momento di condivisione, di scambio, di incontro e di socializzazione, che in alcune circostanze, soprattutto nel nostro Mezzogiorno, si protrae tanto a lungo da diventare un continuum con il pasto successivo, le feste sono un’occasione per abbuffarsi ancora di più e le mamme nostrane sono spesso convinte che dare tanto cibo ai loro figli equivalga a dargli amore.

Inoltre, sono proprio i genitori a non accorgersi che il proprio bambino è grasso.  Si dice che “ogni scarrafone è bello a mamma sua”, ma sarebbe più giusto dire che ogni figlioletto ciccione per sua madre è un fuscello, che ha bisogno di prendere un’altra porzione di pasta al forno e magari anche il gelato, ovviamente con panna montata. Un gruppo di ricercatori, guidato da Dario Gregori dell’Unità di Biostatistica, epidemiologia e sanità pubblica del Dipartimento di Scienze cardiologiche, toraciche e vascolari dell’Università di Padova, ha dimostrato che le mamme di bambini corpacciuti hanno una percezione distorta della forma fisica dei propri piccoli. Dallo studio di Gregori è emerso che l’89% di bimbi sovrappeso e metà di quelli obesi (52%) non vengono percepiti come tali da chi li ha messi al mondo. E l’Italia è il Paese in cui questo fenomeno, chiamato “misperception”, è più elevato.

Sarà anche per questo che abbiamo i minori più ciccioni in Europa? Perché i bambini intraprendano un percorso di dimagrimento è necessario che i genitori prendano coscienza della forma fisica del bimbo e scelgano di tendergli una mano affinché non vada incontro a gravi problemi di salute.

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