Il datore di lavoro può sospendere dal servizio e dalla retribuzione chi, pur legittimamente, sceglie di non vaccinarsi contro il coronavirus. A stabilirlo è il Tribunale di Modena. “Il datore di lavoro si pone come garante della salute e della sicurezza dei dipendenti e dei terzi che per diverse ragioni si trovano all’interno dei locali aziendali e ha quindi l’obbligo, ai sensi dell’art. 2087 del Codice civile, di adottare tutte quelle misure di prevenzione e protezione che sono necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori”, ha spiegato il giudice. Insomma, il vaccino anticovid non è obbligatorio, eppure il lavoratore può essere obbligato a vaccinarsi, pena la perdita dello stipendio che assicura una vita libera e dignitosa al dipendente stesso nonché alla sua famiglia. Chissà quanti datori di lavoro, facendo leva su questa sentenza, proveranno a privare del compenso i propri dipendenti, i quali si troveranno sotto ricatto: o ti vaccini o muori di fame. E in caso di effetti collaterali del vaccino sul soggetto costretto a immunizzarsi per non ritrovarsi senza soldi, chi risarcirà il lavoratore messo alle strette? Forse il datore di lavoro? Questo non è dato saperlo.
Ciò che invece ormai risulta chiaro è che il lavoro, valore fondativo e centrale del nostro ordinamento, richiamato nell’art.1 delle Costituzione (“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”), è sempre più calpestato in nome di un altro diritto costituzionale, quello alla salute. Tuttavia, non si tiene in considerazione il fatto che i diritti costituzionali vanno bilanciati tra di loro, quello alla salute non può e non deve schiacciare tutti gli altri, cosa che di fatto sta accadendo. E non è forse in nome di questo diritto alla salute, nell’ultimo anno e mezzo utilizzato per giustificare qualsiasi abuso di potere, che il lavoratore, il quale è una persona, deve scegliere liberamente e senza alcun tipo di pressione o interferenza se ricorrere o meno ad un vaccino i cui effetti sul medio e lungo periodo non sono ancora del tutto conosciuti?
La sentenza del Tribunale di Modena è in linea con la discussa proposta avanzata qualche giorno fa da Confindustria, ossia quella di sottrarre il compenso ai dipendenti non vaccinati. Trattasi di una punizione arbitraria che contravviene ai principi costituzionali in base ai quali il lavoratore ha diritto ad una retribuzione sufficiente tale da garantire a lui e al suo nucleo familiare una esistenza libera e dignitosa (art.36 Costituzione).
Qualora lo Stato permettesse la sospensione e la mancata retribuzione dei lavoratori, calpesterebbe la nostra Carta, incluso l’art.35 che stabilisce che la Repubblica deve tutelare il lavoro, in particolare quello subordinato.
Con la scusa della epidemia i nostri valori rischiano di essere sovvertiti impunemente.