Strumento del totalitarismo ed espressione quindi di un potere coercitivo mirante non soltanto a controllare l’individuo ma persino a punirlo nonché ad assuefarlo a soggezione e obbedienza, il coprifuoco è, tra tutti i provvedimenti adottati dal governo precedente e anche da quello attuale allo scopo di contrastare la diffusione del contagio, forse il più ingiustificato e schizofrenico. Ed è proprio la sua mancanza di senso logico a renderlo insopportabile ai cittadini i quali non riescono, pur sforzandosi, a ravvisare in codesta grave misura repressiva delle loro inviolabili libertà eventuali vantaggi pratici.
Come può, infatti, l’obbligo di non mettere il naso fuori di casa tra le 22 e le 5 favorire l’uscita dal tunnel dell’epidemia? Come può la totale compressione della libertà di movimento per ben 7 ore sulle 24 contribuire in maniera decisiva alla fine di quella che viene definita “emergenza sanitaria”? E, soprattutto, è legittimo, è costituzionale, vietare ai cittadini di circolare tra le 22 e le 5, proibizione che è in essere da oramai 5 mesi? Soltanto il pensiero di essere vincolati al rispetto di un coprifuoco, pena salate ammende, è soffocante, a prescindere dalla sussistenza o meno di un desiderio di varcare la soglia domestica. Insomma, possiamo pure scegliere di stare a casa e non avere alcuna intenzione, necessità o urgenza di andare fuori, tuttavia l’esecutivo non deve e non può soffocare il nostro diritto di muoverci in quelle specifiche 7 ore.
Peraltro, tale limitazione è in vigore in modo continuativo da troppo tempo e ha dunque perso il suo carattere di eccezionalità, e di provvisorietà, che in qualche modo la rendeva “accettabile”. Ecco la ragione per cui il coprifuoco va abolito subito. Eppure sembra che esso ci accompagnerà ancora lungamente, almeno fino a giugno, addirittura luglio, insieme all’obbligo di indossare la mascherina sempre e ovunque, che perdurerà anche nel corso dell’estate, in quanto, sebbene aumenterà il numero dei vaccinati, non è escluso che questi ultimi possano trasmettere il virus alla popolazione non vaccinata, che sarà costituita in gran parte da individui giovani.
Quella che avrebbe dovuto essere una passeggera sospensione delle regole ordinarie, delle libertà fondamentali, delle garanzie costituzionali, sta evolvendo sempre di più in una condizione stabile e ciò genera il pericolo – concreto – che quelle stesse garanzie costituzionali, quelle stesse libertà fondamentali, quelle stesse regole ordinarie oggi represse vengano sovvertite e che ci appaia normale che questo accada, invece non è normale affatto. Normale non è che una persona debba giustificare il fatto di trovarsi fuori dalla propria abitazione e, qualora la motivazione addotta non risulti valida e convincente, ella venga multata. I cittadini non possono vivere in questo stato di terrore, condizione che per di più li spinge a inventare scuse di ogni tipo per esercitare sacrosanti diritti e potere compiere azioni innocenti che nulla hanno di illegale o di losco. Il rischio è che i cittadini si allontanino dallo Stato e che avvertano lo Stato quale nemico da fregare, a cui mentire, entità avversa il cui compito è quello di avvilire, deprimere e perseguitare la popolazione, rischio ancora più concreto in quei territori in cui lo Stato da sempre è percepito come assente o ostile, elemento che ha permesso agli apparati criminali paralleli allo Stato, ossia alle mafie, all’anti-Stato per antonomasia, di prosperare indisturbati. Troppi divieti, peraltro bizzarri, producono questo effetto qui: scardinano il popolo sovrano dalle istituzioni.