La paralisi del sistema economico mondiale determinato dalle misure di contenimento dell’epidemia di coronavirus ha prodotto una crisi considerata da numerosi analisti più devastante di quella del 1929. Eppure emergono timidi ma incoraggianti segnali di ripresa da parte del nostro tessuto economico, nonostante il crollo del Pil nel secondo trimestre del 2020. Li certifica la nota mensile dell’Istat relativa al mese di luglio sull’andamento dell’economia italiana. La produzione industriale da maggio è in ripresa e le esportazioni di tutte le categorie di beni, sia verso Paesi membri dell’UE che Stati terzi, da giugno volano.

Vanno peggio le vendite al dettaglio, diminuite a luglio rispetto al mese precedente del 2,2 in valore e del 3,1% in volume, soprattutto nell’ambito dei beni non alimentari.

Crollate le vendite di abbigliamento e pellicceria, -27,9% su luglio del 2019. Aumentano invece quelle della ferramenta, +3,2%.

In generale, negli ultimi 7 mesi le vendite al dettaglio sono calate dell’8,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, invece il commercio online ha registrato una crescita sbalorditiva del 28,5%.

A soffrire sono soprattutto i piccoli negozi, con un calo a luglio su giungo dell’11,7% e del 14,6% nei primi sette mesi del 2020 rispetto ai primi sette mesi del 2019. Regge la grande distribuzione con una perdita del 3,8% su giugno e del 3,9% nei primi sette mesi di quest’anno.

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