I sostenitori dell’immigrazione incontrollata, la quale produce disordine, illegalità, disperati che vivono sulle strade e insicurezza, alimentando peraltro il business della tratta di esseri umani, non perdono occasione per attaccare l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Questi è l’unico che sia stato in grado, visto che ne aveva la volontà, di arginare il flusso di immigrati dall’Africa verso l’Italia, che soltanto da gennaio ad oggi, nonostante la pandemia, ha condotto sul nostro territorio 19.995 clandestini.
Stavolta Selvaggia Lucarelli ha scelto come pretesto per inveire contro Salvini la presenza di questi, in compagnia della fidanzata Francesca Verdini, al Festival del Cinema di Venezia. Lucarelli ha scritto sui social, a corredo di una fotografia del leader leghista e della compagna: “Non è veneto, non ha a che fare col cinema, quindi va a bivaccare dove gli altri lavorano, arriva su un barcone. Io lo avrei rimandato indietro, invitandolo ad andare a Malta”.
Paragonare un cittadino italiano che si reca a Venezia ad un clandestino che arriva illegalmente in Italia è operazione più che meschina, direi, idiota. Manca il filo conduttore. Assente è l’attinenza. Salvini e Verdini hanno tutto il diritto di andare a Venezia, invece i tunisini (che costituiscono il 41% dei migranti che giungono sulle coste nostrane) non hanno alcun diritto di irrompere nel Bel Paese sfruttando i circuiti criminali del traffico di esseri umani, che gli stessi proprietari dei pescherecci tunisini, i quali favoriscono i traghettamenti poiché ben remunerati, definiscono “merce umana”, come risulta da indagini della magistratura.
Ovviamente è l’ennesima volta che Lucarelli se la prede con Salvini. Qualche settimana fa lo rimbeccava poiché il capo del Carroccio non indossava la mascherina, nel mentre lei stessa la teneva sotto il naso, uso che la rende completamente inutile. Insomma, si predica bene ma si razzola male. Si fa la morale agli altri, invece di osservare il proprio ombelico.
Gli immigrati attualmente in accoglienza in Italia sono 84.557 (dati aggiornati al 15 agosto 2020, Viminale) per un costo mensile di 76 milioni di euro al mese (che lievita di giorno in giorno), quasi un miliardo l’anno, soltanto per spese di vitto e alloggio (non sono comprese spese sanitarie, navi quarantena ed altri servizi accessori, calcolati a parte).
Uscite che gravano sulle spalle dei contribuenti italiani, presi in giro da chi mira a raggiungere l’Italia attraverso le vie non legali ed essere mantenuto da noi. Pretese che non sono corredate dal rispetto, neppure minimo, delle nostre regole, tra cui l’obbligo di quarantena, come dimostrano le quotidiane fughe di migranti dai centri di accoglienza, spesso dopo violente rivolte e aggressioni al personale e ai militari.
Occorre infine puntualizzare che soltanto una impercettibile percentuale di coloro che sbarcano ha effettivamente diritto alla protezione umanitaria, e questa evidenza è da anni certificata. Consentire che codesti abusi avvengano è un crimine che determina problemi di ordine e sicurezza sia sul breve che sul medio e lungo periodo. Inoltre, i fanatici dell’immigrazione sono ipocriti che se ne fregano degli extracomunitari, i quali vengono accolti e poi buttati sul marciapiede come roba vecchia. L’accoglienza è un business, un affare sporco, una ipocrisia, una farsa, qualcosa di terribilmente disumano. Uno schifo.