Era stato catturato a metà luglio scorso e subito rinchiuso nel Centro faunistico del Casteller, in provincia di Trento, dal quale tuttavia è riuscito a darsi alla fuga scavalcando un muro elettrificato a 7 mila volt e alto quasi 5 metri. Da quel dì M49 è l’orso più ricercato e temuto in Italia. Gli abitanti del Trentino ne hanno tanta paura che quest’anno trascorreranno il ferragosto lontano dai boschi, rinunciando così ai rituali della tradizione: scampagnate, pic-nic, grigliate e passeggiate in mezzo alla natura, al fine di evitare il rischio di imbattersi nel plantigrado, il quale tuttavia sembra poco interessato ai nostri simili.
Infatti, M49, che ha tre anni e mezzo e pesa 140 kg, si tiene alla larga dai centri abitati e la ragione è semplice. In seguito all’ultimo incontro ravvicinato con esemplari della nostra specie si è ritrovato in cella ed ha preferito sottoporsi alle scosse elettriche – crudele diavoleria – piuttosto che permanere detenuto in un luogo nel quale non si sentiva al sicuro. Che l’orsetto sia vivo e vegeto è certo. Numerose sono le tracce del suo passaggio e della sua presenza: impronte sul terreno, segni di unghiate sui tronchi, i resti di una pecora che ha costituito un suo succulento pasto. Del resto si deve pur sopravvivere in qualche modo, mica possiamo fargliene una colpa!
L’orso è definito un “onnivoro opportunista”: si ciba soprattutto di vegetali, tuttavia in caso di necessità, e disponibilità, non fa lo schizzinoso davanti ad ovini, polli ed insetti. Qualche giorno fa un signore ha incontrato la bestia nei pressi di Susà di Pergine, sempre in provincia di Trento, e se l’è data a gambe levate. Poi, una volta giunto a casa, il tizio ha accusato un malore ed è stato trasportato in ospedale per un controllo. M49 è stato avvistato pure intorno a coltivazioni di ciliegie e mirtilli, di cui va ghiotto.
Non fa male nulla di male, in fondo, si limita a bighellonare nei boschi, a racimolare qualche boccone, a fare incetta di deliziosi frutti rossi, eppure l’orso in questione è inviso agli abitanti della zona, molti dei quali lo vorrebbero morto. E sì che si metterebbero l’anima in pace se M49 venisse steso a terra con una bella fucilata piazzata dritta dritta nel petto!
Quattro settimane fa era stato diramato persino l’ordine di farlo fuori, le guardie forestali erano state autorizzate dal governatore della regione a macellarlo, in quanto il fatto che fosse riuscito ad evadere dalla sua gabbia, a giudizio di codeste menti geniali, dimostrava la pericolosità del mammifero, anziché disperazione e smarrimento. L’ordinanza di abbattimento era stata poi ritirata grazie all’intervento del ministro Costa. Di tutto questo scompiglio che esso stesso sta causando M49 non sa un bel niente. Certo, si guarda bene dall’approssimarsi ai paesini abitati e a quegli spaventosi animali chiamati “uomini”. Allorché ne scorge uno in lontananza, corre a nascondersi da qualche parte e resta lì per un po’, con il cuore in gola, rannicchiato e sgomento: di ritrovarsi segregato un’altra volta non ha voglia. M49 ama la libertà.
Oggi turisti ed indigeni gli faranno un gran favore mantenendosi al di fuori dei confini boschivi. Gli orsi, si sa, apprezzano silenzio e solitudine. E nel corso dei secoli la persecuzione da parte dell’uomo li ha resi ancora più schivi, inducendoli ad un comportamento prevalentemente notturno. Insomma, sappiate che M49 se ne frega di voi. E se dovesse incrociarvi sul suo cammino, cambierebbe strada. Quest’oggi, come di consueto, andrà a zonzo nel verde, in cerca di qualcosa di gustoso da mettere sotto i denti, si gratterà la schiena contro un albero, poi sbadiglierà ed indolente si farà una bella dormita su un comodo giaciglio di foglie. È questo il suo ferragosto dei sogni. Senza umani tra le zampe.
Articolo pubblicato su Libero del 15 agosto 2019