Sono circa un centinaio gli orsi bruni che popolano la nostra penisola e sono divisi in due comunità di una cinquantina di esemplari ciascuna. Una dimora nei boschi del Trentino; l’altra, costituita dai marsicani, sottospecie unica nel pianeta ed a rischio di estinzione, abita nell’Appennino centrale, all’interno del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise. Ed è in quest’area, precisamente a Scanno, in provincia dell’Aquila, che qualche giorno fa, intorno alle ore 22, un orso è stato fotografato dai turisti mentre si aggirava con disinvoltura nel cuore del paese, percorrendo le vie principali, intasate dal traffico e dai pedoni.

Il simpatico ospite ha suscitato la curiosità dei forestieri, non certo degli abitanti del posto, i quali sono abituati da sempre alla presenza di questi animali schivi e solitari, i quali tuttavia a volte si avvicinano ai centri urbani, forse attirati dagli odori invitanti che sentono nell’aria grazie al loro fiuto infallibile. Una signora è pronta a giurare che la bestia, dopo avere attraversato la strada badando bene di non essere travolta dalle automobili in transito, si sia diretta proprio verso la gelateria sita a due passi della piazza centrale, quasi che avesse l’intenzione di mangiare un gelato come gli altri individui a passeggio prima di rincasare nei meandri della foresta.

Del resto, è leggendaria la golosità di queste tenere e goffe creature, ghiotte soprattutto di cibi dolci, come frutta e miele. Dicono che gli orsi siano pericolosi per gli esseri umani, tuttavia in certe zone i primi ed i secondi convivono in perfetta armonia, rispettandosi reciprocamente. I plantigradi non sono aggressivi, prova ne è il fatto che il marsicano in visita a Scanno non si è approssimato ai bambini, né si è curato dei passanti che lo osservavano a bocca aperta mentre si muoveva tra le vetrine illuminate dando un’occhiata qua e là. A lui interessava solo ed esclusivamente il gelato. E chissà che delusione deve essere stata tornare nel bosco a stomaco vuoto! La gelateria aveva appena chiuso i battenti.

Ci auguriamo che gli scannesi la prossima volta forniscano al marsicano una vaschetta di gelato ai frutti rossi, il suo gusto prediletto.

Intanto più a Nord, ossia tra Trentino e Alto Adige, continua la caccia all’orso M49, scappato oltre un mese fa da un recinto elettrificato e non munito di radiocollare. Il ricercato nelle ultime ore si sarebbe appropinquato ad una roulotte di pastori, i quali – spaventati – hanno allertato i forestali, che, giunti sul luogo, hanno sparato dei proiettili di gomma (a quanto sembra in alto e non in direzione del cucciolo, come invece era stato diffuso in un primo momento) per indurre M49 ad allontanarsi. Alcuni testimoni affermano che il cucciolo abbia tentato di rovesciare il mezzo.

Esiste un’unica certezza: l’orso in questione, che ha tre anni e mezzo ed uno spiccato amore per la libertà, è del tutto inoffensivo. Vuole soltanto essere lasciato in santa pace, dei bipedi non gli frega un accidenti. Lo assicura pure l’escursionista sessantaquattrenne che domenica scorsa nei pressi della gola Bletterbach in Alto Adige ha avuto con M49 un faccia a faccia. Al quotidiano in lingua tedesca Dolomiten, il tizio ha raccontato: “Mi tremavano le gambe. Si scherza sempre su eventuali incontri con l’orso, ma quando lo incroci davvero ti passa la voglia di ridere”. E poi ha aggiunto: “M49 era ad una trentina di metri di distanza e faceva versi minacciosi. Ho iniziato ad arretrare canticchiando e fischiando finché l’orso ha proseguito lungo il suo percorso”. Non conosciamo la lingua degli orsi, ma è probabile che con quei suoni definiti “minacciosi”, l’animale intendesse soltanto salutare l’esploratore, o al massimo mandarlo al diavolo.

Mica scemo M49! Sembra che sappia che in Trentino pende su di lui un provvedimento di abbattimento firmato dal governatore Maurizio Fugatti, contestato dal ministro all’Ambiente Sergio Costa, e che perciò si sia spostato in Alto Adige, dove non corre il rischio di essere macellato sebbene abbia i forestali alle calcagna, i quali ieri mattina hanno ricevuto l’ordine di catturarlo dopo una riunione tra l’assessore provinciale altoatesino Arnold Schuler e il direttore dell’Ufficio caccia e pesca Luigi Spagnolli.

Speriamo che non lo acciuffino mai.

Articolo pubblicato su Libero il 20 agosto del 2019

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