Sono una coppia da 30 milioni di seguaci soltanto su Instagram, due cuori ed un super attico in zona City Life a Milano, un figlio, Leone, e una cagnolina, Matilda, il tutto corredato da alcune migliaia di jeans, scarpe sportive ed eleganti, giubbotti di pelle e borse griffate.

C’è chi li considera un prodotto passeggero dei tempi, sebbene le mode passino di stagione in stagione ed essi restino, e c’è chi sostiene che siano giovani viziati e superficiali impegnati a condurre una esistenza vacua ed il cui unico fine consisterebbe nello scattarsi compulsivamente stupidi selfie.

Tuttavia, l’influencer Chiara Ferragni, 33 anni il prossimo 7 maggio, e suo marito, il rapper Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez (per la sua consorte, Raviolo), 30 anni compiuti lo scorso 15 ottobre, rappresentano perfettamente l’immagine di quello che negli Stati Uniti definiscono “self-made man”, o “self-made woman”, ossia della persona di successo che si è fatta da sola. Senza aiuti, senza raccomandazioni, senza spinte, al massimo qualche spintone o sgambetto.

Federico da bambino era un cicciobomba, deriso dai compagni di scuola a causa della sua mole. Abitava nella periferia milanese, suo padre, di origini lucane, faceva il magazziniere e in estate il massimo lusso che la famiglia Lucia poteva concedersi era il campeggio: ossia una tenda e una griglia. A 16 anni Federico mollò il liceo artistico per inseguire i suoi sogni, trovando in sua madre non solo una alleata, ma altresì una complice. Ella lo ha sempre incentivato, anziché tirargli le orecchie, come di solito fanno le mamme allorché i loro ragazzi si mettono in testa di perseguire carriere troppo evanescenti.

E già questo è un gran bel vantaggio: che qualcuno, almeno un individuo al mondo creda in te, oltre che tu stesso. Federico si è autoprodotto con una spesa inziale di 500 euro, che allora per lui costituivano un patrimonio. Non ha mica aspettato di convincere un benefattore affinché questi investisse su di lui. Gli piaceva cantare, voleva cantare e ha fatto un disco. Scommessa vinta.

Un po’ di tempo fa Fedez ha scritto su Instagram: “Molti di voi non conoscono la mia storia e magari sono abituati a vedermi come uno dei tanti privilegiati che vive alienato dalla normalità, a volte fa bene anche a me ricordare da dove sono partito, guardarsi intorno può essere terapeutico. Ricordo i miei primi videoclip girati in garage e le notti passate ad imparare i rudimenti del montaggio video per evitare di spendere soldi che allora non c’erano”.

Il successo è stato travolgente, eppure Federico non ha mai rincorso la fama. Con i primi guadagni ha saldato i debiti della famiglia e ha sempre mantenuto i piedi ben piantati per terra. L’audacia di buttarsi a capofitto nei suoi obiettivi l’ha ripagato anche a livello affettivo, poiché la musica lo ha avvicinato all’amore della sua vita, Chiara.

Nella canzone “Vorrei ma non posto”, tormentone dell’estate del 2016, Fedez inserì alcuni versi che tiravano in ballo l’influencer: “Il cane di Chiara Ferragni ha il papillon di Vuitton e un collare con più glitter di una giacca di Elton John”. Neanche due anni dopo Chiara e Federico avevano dato alla luce un pargoletto e si accingevano a convolare a nozze, celebrate a Noto, in Sicilia, il primo settembre del 2018.

La sua sposa proviene da una famiglia borghese di Cremona, ha studiato al liceo classico, si è iscritta alla facoltà di giurisprudenza salvo poi mettere da parte gli studi per impegnarsi al 100% nella carriera di “imprenditrice digitale”, come ama definirsi la signora Ferragnez, la quale rifiuta gli inviti in tv, restando ancorata al web, e, in controtendenza rispetto alla maggioranza di vip e presunti tali, non rincorre i riflettori, sono questi ultimi a rincorrere lei.

È Ferragni a decidere cosa pubblicare, come pubblicarlo e quando, ella non è mai vittima dei paparazzi. Ha avuto l’abilità straordinaria di fare di se stessa un marchio milionario e dà tutta l’idea di gestirlo con grande intelligenza e in piena autonomia. Nonostante l’apparenza, la donna d’affari che veste di colori pastello e il rapper tutto tatuato compongono un mix perfetto, una accoppiata vincente, una armonica sintesi degli opposti, che forse poi tanto opposti non sono.

Anche Chiara da ragazzina non ha avuto vita facilissima. A Cremona era considerata una sorta di outsider: era diversa dagli altri, spiccava, emergeva, si distingueva, e distinguersi in una piccola città arreca spesso più dispiaceri che gioie. Una volta alcune sue amiche, sulla base di un banale pretesto, la esclusero dal gruppo. Lei non si arrese, in cerca di un chiarimento si recò da una di queste, la quale tuttavia non fu clemente. Chiara fu rifiutata, allontanata, forse perché già allora era invidiata.

E abbiamo ragione di crederlo, dato che a distanza di qualche lustro quella ragazza che le chiuse le porte in faccia dice di lei: “Si capiva che Chiara avrebbe realizzato grandi cose, che sarebbe andata via il prima possibile da lì e che avremmo sentito parlare di lei”. E nelle sue parole si respira una sincera ammirazione, oltre che una dose di rammarico.

Chiara continua ad essere criticata e giudicata, oggi persino come madre, cosa che nessuno avrebbe il diritto di fare. Addirittura la raccolta di fondi promossa da lei e suo marito (e arrivata a 4 milioni di euro) per la costruzione di un reparto Covid-19 all’Ospedale San Raffaele di Milano si è trasformata in un motivo di attacchi ed accuse alla coppia.

La gente la passa al setaccio in cerca di un difetto, di una minima sbavatura su cui scaraventarsi. Questo non è cambiato e mai cambierà. Però è Chiara ad essere mutata. E risponde nella maniera più saggia. Se ne infischia e sorride.

Articolo pubblicato su Libero il 19 aprile del 2020

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