La cattiva notizia è che in Italia paghiamo 33,4 miliardi di tasse in più rispetto alla media europea. Ogni cittadino versa al fisco 552 euro in più rispetto alla media dei cittadini europei, stando ai dati messi insieme dall’Ufficio studi della Cgia. La buona notizia è che in Francia, Belgio, Danimarca, Svezia, Austria e Finlandia si saldano maggiori imposte che nel Bel Paese. Sul podio dei tartassati si collocano i parigini che nel 2018 hanno sborsato al fisco 1.830 euro in più di quanto abbiamo sganciato noi italiani. Insomma, siamo messi male sì, ma c’è anche chi sta peggio.

Certo è che di balzelli non solo elevati ma anche assurdi ne copriamo. Ogni scusa è buona per costringere il cittadino ad aprire il portafoglio. Tra le imposizioni più bizzarre in vigore nella penisola vi sono la tassa sul tricolore, ossia sull’esposizione della bandiera (che non vige per l’esibizione della bandiera dell’UE), e quella sull’ombra, che grava su locali o negozi che siano muniti di una tenda solare che proietti oscurità sul suolo pubblico, “occupandolo”. Dunque, qualora foste pervasi all’improvviso da un fervente spirito patriottico, badate bene di non esporre sul balcone il nostro drappo, potreste essere multati.

Abbiamo poi la tassa sui giardini, che è tenuto a corrispondere chi possiede un pezzo di verde che dia sulla strada pubblica; quella sulla raccolta dei funghi, operazione che costringe alla richiesta di un permesso con relativa imposta di bollo, lo stesso vale per la raccolta delle castagne in certi comuni dello stivale; il tributo sulle invenzioni, ossia sulla registrazione del brevetto o del marchio. Persino matrimonio e morte sono soggetti a contribuzione.

Ma se siamo disposti ad accettare che maritarsi abbia un costo, vorremmo almeno crepare in santa pace. Invece no. Il rilascio del certificato di constatazione di decesso implica una spesa di 35 euro a cui si somma un euro di bollettino postale. Desiderate essere cremati e che le vostre ceneri vengano disperse nell’aria? Bene, però vi tocca erogare denaro pure per volatilizzarvi. Seguono la tassa sugli zerbini qualora questi rechino la scritta di un’attività, quella sulla disoccupazione, quella per la partecipazione ai concorsi pubblici e le numerose accise sulla benzina che si sono accumulate nel corso dei decenni, una delle quali fu introdotta per finanziare la guerra in Abissinia (1935).

All’estero non stanno meglio. Il primo giugno del 2018 in Uganda è stata introdotta un’imposta quotidiana sull’uso di WhatsApp, Facebook, Twitter e altre piattaforme, voluta dal presidente ugandese al fine di contrastare le conseguenze del pettegolezzo. Forse se essa venisse esatta anche in Italia, le bacheche dei social sarebbero meno infestate di foto di dubbio gusto e post sgrammaticati. Vale la pena di pensarci.

Non lamentatevi riguardo la tassa di soggiorno che siete costretti a pagare allorché visitate alcune delle nostre splendide città. Qualora vi trovaste di passaggio all’aeroporto internazionale di Maiquetia a Caracas, sareste obbligati a saldare il dazio sul respiro, che ammonta a 20 euro. Non vi garba? Non esiste che un’unica soluzione: smettete di respirare. La tassa è stata create per coprire gli elevati costi del sistema di filtraggio dell’aria installato nel 2014 all’interno della struttura.

In Romania per rimpolpare le casse statali è stata ideata la tassa sulla stregoneria che vincola i copiosi astrologi, maghi e fattucchieri a versare il 16% del loro reddito. In Danimarca gli allevatori di bestiame devono scucire 100 euro di tassa per ogni mucca a causa dell’emissione di flatulenze, che producono gas serra, da parte di quest’ultima. In Maryland, USA, i cittadini pagano 30 dollari ogni anno a cui si aggiungono 2,5 dollari al mese per ogni singolo water a disposizione al fine di godere del pieno diritto di servirsi dello sciacquone.

Considerati cumuli di nero che si fanno nel nostro Paese, potremmo seguire l’esempio degli Stati Uniti, dove ogni reddito illegale, incluse le tangenti, deve essere dichiarato e tassato. Insomma, è un po’ come sdoganare furti, spaccio ed altre attività illecite. Ma chi se ne frega in fondo? L’importante per l’erario è riscuotere.

Articolo pubblicato su Libero il 15 agosto del 2019

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