Hanno fama di essere bamboccioni attaccati alle sottane di mamma persino da adulti e vaccinati, ma non possiamo fargliene una colpa. Se i giovani esitano a lasciare il nido in cui sono nati e cresciuti è perché campare in famiglia è una pacchia, almeno nel Bel Paese. Sì, la suocera di solito è una vipera, tra fratelli si litiga di frequente e per i motivi più futili, spesso i coniugi si mandano rispettivamente a quel paese, tuttavia il nucleo familiare, che sulla penisola si restringe sempre di più (1,24 numero medio di figli per donna), rappresenta per gli abitanti dello stivale una fonte di benessere e di sicurezza.
Oggi più di ieri, dal momento che le misure restrittive adottate per oltre un anno allo scopo di limitare la diffusione del contagio, avendoci costretti a permanere e sovente a lavorare tra le mura domestiche, ci hanno avvicinati a familiari che al massimo ci capitava di incrociare nel corridoio. Abbiamo avuto modo così di frequentarli, conoscerli, pranzare e cenare insieme, sacre abitudini che oramai erano desuete, e ci siamo accorti – all’improvviso – che, tutto sommato, i parenti sono risorse e vale la pena di tenerseli stretti.
Lo attesta pure l’Istat: la pandemia non ha recato nocumento alle famiglie, sebbene una su tre si sia impoverita (il 29,1% dei nuclei familiari ha visto peggiorare la situazione economica nell’ultimo anno). Per oltre 9 persone su 10 (93,1%) i rapporti familiari sono buoni o addirittura ottimi e solamente lo 0,3% li definisce cattivi o pessimi. Più di 3 cittadini su 4 (76,2%) hanno adoperato parole positive per descrivere il clima familiare durante la seconda ondata epidemica, soltanto l’8,4% ha fatto ricorso a termini negativi. E l’83,6% degli italiani (oltre 9 persone su 10) ritiene di potere contare sull’aiuto di familiari anche non conviventi in caso di bisogno.
Il covid-19? Per un italiano su 10 ha migliorato il clima in casa. Le relazioni tra chi vive sotto il medesimo tetto sono peggiorate a causa della pestilenza solo per il 3,2% della popolazione equivalente ad un milione di individui per i quali condividere gli spazi con i consanguinei 24 ore su 24 è stata una dura prova di sopravvivenza.
Eravamo certi che il corona ci avrebbe divisi, messi gli uni contro gli altri, esasperati. Invece gli equilibri di coppia sono rimasti inalterati: per 8 soggetti su 10 la relazione amorosa va bene come prima dell’avvento del virus cinese. Ma ciò che più sorprende è il fatto che per il 12,8% degli accoppiati il rapporto con il partner ne ha perfino tratto giovamento.
E ora passiamo alle brutte notizie: per poco meno di una persona in coppia su 10 la situazione è tutt’altro che rosea, o perché il rapporto è rimasto difficile o perché è divenuto teso e insostenibile durante l’emergenza sanitaria. Questa condizione riguarda oltre 2 milioni di cittadini (900 mila uomini e circa un milione e 200 mila donne) che vivono in contesti non facili. Del resto, nel 2020 sono aumentai i delitti in famiglia, sebbene gli omicidi in generale abbiano toccato i valori minimi storici. Insomma, i mutamenti innescati dal coronavirus hanno reso più serena l’atmosfera casalinga in quelle abitazioni in cui le problematiche non erano rilevanti; nei nuclei familiari disfunzionali, invece, esso ha spesso agito come una bomba atomica, mandando tutto quanto in frantumi.