Come tutti coloro che manifestano il coraggio di affermare verità scomode, che i più vorrebbero seppellire, anche il professore Alessandro Meluzzi sta subendo in queste ore attacchi sui social network da parte dei sostenitori accaniti del vaccino anticovid, al quale ormai sono attribuiti effetti miracolosi e sulla cui validità non è dato di interrogarsi, sebbene il medesimo ragionamento scientifico muova da inesauribili quesiti, tesi e antitesi.

Anzi, sta emergendo un vero e proprio culto di codesto antidoto, la cui efficacia non può essere messa in dubbio senza compiere un sacrilegio, quantunque risulti oramai evidente che, contrariamente a ciò che ha declamato il premier Draghi, pure i vaccinati si infettano, infettano, si ammalano e muoiono in quanto il vaccino è più fallibile che infallibile.

Ma cosa avrà dichiarato il brillante e stimato psichiatra di tanto grave e non proferibile?

“Sicuramente buona parte di coloro che si sono vaccinati, da una certa sfera in avanti, hanno fatto dei falsi vaccini. Questo ve lo dico e ve lo certifico perché lo hanno proposto anche a me. E ve lo giuro su mia figlia, che è la persona, insieme a mia moglie, più cara che ho”. Ha poi spiegato Meluzzi: “L’unica ragione per cui non l’ho fatto è perché non voglio sporcare il mio karma. Ecco perché sono ancora qui a lottare e non nascosto in una cantina come un sorcio”.

Apriti cielo! Meluzzi è stato accusato di raccontare frottole, di diffondere menzogne, di essersi inventato tutto, come se egli fosse un ciarlatano qualunque o avesse qualche interesse personalistico nel fare sapere certe cose. Tuttavia noi, che conosciamo la serietà indiscussa e indiscutibile di quest’uomo, non abbiamo motivo di credere che il professore abbia sognato i fatti che ha narrato. Piuttosto siamo convinti che siano accaduti e che Meluzzi ancora una volta, in nome dei valori in cui crede e che fermamente difende, abbia corso il rischio di finire in quel tritacarne da cui passano tutti coloro che non accettano di piegarsi, per convenienza, al pensiero comune, alla logica dominante, all’opinione corrente, bensì osano offrire una nuova chiave di lettura, una ignorata verità, un’altra prospettiva.

Ci si domanda chi abbia proposto a Meluzzi la finta vaccinazione. Egli non è tenuto a fare nomi e le sue parole non hanno meno peso e meno valore soltanto perché lo psichiatra non stende la lista di coloro che hanno fatto ricorso o hanno ventilato la possibilità di fare ricorso ad una vaccinazione di facciata.

A noi confida: “A propormi di fare il falso vaccino è stato un mio paziente, un signore molto potente ed affermato nel suo ambito, un uomo delle forze dell’ordine che è pure una mia fonte giornalistica, un membro della mia Chiesa durante un colloquio riservato. E proprio in virtù di questa riservatezza e dei miei doveri deontologici non denuncerei queste persone nemmeno sotto tortura. Ma, prima ancora che questi individui mi illustrassero tale possibilità, altri amici nonché colleghi mi avevano confidenzialmente parlato di tale prassi. Le ritenevo chiacchiere di ospedale, voci di corridoio, invece poi ho avuto modo di comprendere che era tutto vero”.

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