È un periodo duro per gli accasati, costretti ad una convivenza quasi perenne e forzata a causa delle misure restrittive che si inaspriscono e si addolciscono di settimana in settimana. Ma neppure per i single è facile l’amore ai tempi del coronavirus, e non mi riferisco alle assurde imposizioni che di fatto, oramai da mesi, discriminano i soggetti che non hanno né congiunti o affetti stabili da incontrare né conviventi con i quali trascorrere il Natale.
Coloro che vivono da soli in Italia sono 8 milioni e mezzo e chi tra questi non ha deposto ancora le speranze di imbattersi nell’altra metà della mela si è accorto che l’eventualità che ciò possa verificarsi si è assottigliata tanto da estinguersi. Obbligo di mantenere il distanziamento sociale, uso delle mascherine che occultano buona parte del viso, diffidenza crescente verso l’altro, chiusura di bar, ristoranti e locali di vario tipo nonché di palestre e centri ricreativi hanno praticamente annullato le chance di innamorarsi per effetto degli ostacoli alla socializzazione, per ora messa al bando.
Cuori solitari, rassegnatevi: dovrete attendere l’uscita dal tunnel dell’epidemia per essere travolti dai dardi di Cupido. Del resto, l’uomo giusto non citofona mai a casa nostra per presentarsi recando con sé con un mazzo di rose rosse. Le opportunità vanno sollecitate, se non addirittura create. E pure nell’ambito dei sentimenti funziona grosso modo così.
Ma incrociare e riconoscere colui, o colei, a noi destinato è di solito agevole oppure quasi impossibile? Prima della esplosione su scala mondiale della pestilenza alcuni studiosi dell’Università di Bath hanno calcolato che ciascuno di noi ha in media ogni dì una possibilità su 562 di incontrare chi fa al caso suo. Insomma, è più probabile scivolare su una buccia di banana camminando sul marciapiedi o essere derubati che urtare un potenziale compagno. Tuttavia, nel comunicare il triste esito delle loro indagini i ricercatori inglesi non hanno omesso di indicare alcuni comportamenti che, se adottati e mantenuti, rendono più realistica l’ipotesi di incappare nell’amore con la “A” maiuscola. Ad esempio, iscriversi in palestra, badando bene altresì di frequentarla – raccomandazione rivolta ai pigri incalliti – farebbe lievitare del 15% l’eventualità di finire in una relazione amorosa; trascorrere alcune ore con colleghi e amici di colleghi, del 16%; bazzicare ambienti frequentati da coloro che condividono i nostri passatempi, dell’11%; parlare con altri avventori al bar, del 9%; fare l’aperitivo dopo il lavoro, del 16%. Vi sarete accorti che le attività elencate attualmente sono tutte vietate, o molto condizionate. Il Covid-19 ha complicato gli scambi umani e le occasioni di sentire le farfalle nello stomaco sono calate ormai sotto lo zero. In compenso, però, sentiamo i pugni nello stomaco ad ogni conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, dpcm dopo dpcm.
Quindi, addio, anima gemella.
Restano i siti di incontri, le cui iscrizioni in effetti sono incrementate già la scorsa primavera. Gli scienziati hanno messo in luce che pure le app per appuntamenti accrescono del 17% il rischio di innamorarsi. “Molto bene”, starete pensando. Tuttavia, il pericolo più consistente è un altro. Se ne è occupato di recente pure il New York Times: i rapporti intavolati online possono rivelarsi fregature colossali, destinate a lasciarci profondamente delusi, poiché ci illudiamo di conoscere una persona con la quale magari chiacchieriamo da mesi, mentre ciò che ci è diventato familiare sovente non è che la presentazione che questo individuo ci ha offerto di se stesso, unita alle nostre aspettative.