Mentre giungeva la morte, ha donato la vita Luce, cagnolina meticcia dal manto candido, bastonata ed incaprettata con il fil di ferro per poi essere sepolta viva in quella che, nella sadica architettura di chi l’ha torturata, sarebbe dovuto essere il suo sepolcro, scavato alla meno peggio ai margini di una stradina di campagna a Marano Marchesato, in provincia di Cosenza, e coperto di foglie e rovi.
Una vera e propria esecuzione, tanto crudele che sembra essere stata organizzata da Belzebù in persona. Invece no. Sono stati esseri umani a pianificare e poi ad attuare tale disegno con il ghigno stampato sul viso. Mani umane e non artigli del demonio hanno afferrato la cagnetta, l’hanno immobilizzata e picchiata. Eppure neanche questo bastava. Con il filo metallico le sono state legate le zampine, bloccato il dolce musetto, intanto Luce con i suoi occhi teneri e traboccanti di disperazione continuava a guardare quelle mani che la massacravano e dalle quali avrebbe voluto ricevere solo carezze.
Prima non voleva, poi non poteva opporsi. Troppo piccolina, troppo fragile, per fronteggiare tanta gigantesca bestialità. Con il suo sguardo Luce implorava pietà. Ma non le è stata concessa dal suo boia, del quale la cucciola probabilmente si fidava e all’apparire del quale chissà quante volte avrà scodinzolato. Con gli occhi ancora sbarrati e pieni di una pena che accoltella l’anima, Luce inerme è stata trovata da altre mani, che hanno scavato nella terra umida, dopo avere sollevato il tappeto di rami e fogliame che occultava il suo corpo martoriato, invaso da vermi e parassiti.
La sua colpa? Essere incinta. E questa è anche la ragione che ha tenuto in vita Luce, nonostante abbia trascorso diversi giorni sepolta, senza possibilità di muoversi, di abbaiare, di mangiare, di bere, con ben undici cuccioli custoditi nel sul sofferente ventre e prossimi a nascere. Luce non si è arresa. Ha resistito al dolore e alla stanchezza per mettere al mondo i suoi piccoli.
Il travaglio è iniziato poco dopo che i volontari della sezione cosentina della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, associazione fondata da Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia nonché leader del Movimento Animalista, hanno rinvenuto la bestiola agonizzante su segnalazione di alcuni passanti. Luce ha partorito in coma undici figli, uno dietro l’altro. E solo dopo è spirata, stroncata dal terrore e dalla sofferenza. Nonostante le cure, i due cuccioli più deboli sono morti nei giorni successivi.
“Si tratta di un miracolo a tutti gli effetti. Questa Mamma Coraggio ha lottato contro la morte per fare nascere i suoi piccoli, assolvendo al compito assegnatole dalla Natura, ed è stupefacente il fatto che i figli abbiano resistito insieme a lei, patendo la sua stessa agonia”, ha osservato commossa Brambilla che ieri pomeriggio ha varcato la soglia della Camera dei deputati recando un cesto con dentro nove minuscoli cagnolini bianchi, i figli di Luce. “La vita trionfa persino sulla malvagità umana.
In questa storia terribile e commovente c’è anche un barlume di speranza, che diventerà piena luce se finalmente il parlamento voterà la mia proposta di legge per inasprire le pene a carico di chi infierisce contro gli animali. Chiedo agli italiani di prestare attenzione, di indignarsi e di combattere insieme a me questa battaglia”, ha dichiarato l’ex ministro durante la sua conferenza alla Camera.
“Oggi rilancio la richiesta che portiamo avanti da sempre e che abbiamo formalizzato nella scorsa legislatura e ripresentato in questa, sotto forma di proposta di legge a mia firma. Con l’approvazione di quest’ultima tali abusi diventerebbero “delitti” in senso tecnico, insieme alle condotte di detenzione in condizioni “insopportabili”, di abbandono nonché di uccisione di esemplari di specie protette, punita anch’essa con sei anni di reclusione”, ha continuato Brambilla, la quale ha sottolineato di non avere sentito pronunciare la parola “animali” nel discorso programmatico del premier Giuseppe Conte.
“Giudicheremo dai fatti. Mi auguro che non venga compiuto ancora l’errore di non calendarizzare, se non in extremis, le proposte che tutelano gli animali, come è accaduto nel recente passato. Adesso basta”, ha concluso la deputata.
Questa storia ha un finale dolce e anche amaro. Luce si è spenta, ma i suoi piccolini riceveranno quell’amore che a lei fu negato.
Articolo pubblicato su Libero l’8 giugno del 2018