Non rientrano nelle statistiche né nei bollettini quotidiani, di loro nessuno si occupa, la loro miseria è sintomatica, ma quei sintomi, che pure ci stanno sotto il naso e davanti agli occhi, li ignoriamo, voltandoci dall’altra parte. I nuovi poveri costituiscono un esercito nutrito di disperati il quale continua a crescere a dismisura.
I giornali seguitano a dedicare le prime pagine al numero dei contagiati, che dovrebbe “destare allarme e preoccupazione” nonostante si tratti di una percentuale irrisoria (1%) a fronte del numero sterminato di tamponi effettuati (quasi 80 mila solo ieri). Tuttavia, i dati che dovrebbero farci tremare riguardano il lavoro. Le vittime dell’epidemia non sono soltanto i defunti, ma pure coloro che, a causa del prolungato lockdown, hanno perso casa e occupazione finendo sul ciglio della strada.
Il covid-19 ha fatto ad oggi 35.430 morti in Italia e ha cancellato oltre 700 mila posti di lavoro.
Negli USA, invece, ha prodotto 176 mila decessi e 30 milioni di disoccupati.
Ho scattato questa fotografia su corso Matteotti, nel pieno centro di Milano, dove dormono ormai centinaia di persone, sia uomini che donne di tutte le età. Questa signora faceva le pulizie, da marzo è rimasta senza entrate e da allora si arrabatta come può. Nel dormitorio non si reca, lo considera insicuro. Mi ha spiegato di avere subito dei furti in quel luogo, mentre riposava, e che per questo si sente più protetta nello stare all’aperto.