Tv e giornali hanno trascurato una vicenda emblematica e preoccupante accaduta questa settimana. La Procura di Cremona ha incriminato un cosiddetto “no-vax” per istigazione a disobbedire alle leggi.  Si tratta di un reato di opinione, eredità del fascismo, che torna utile per reprimere il dissenso contro la nuova forma di dittatura: quella sanitaria, inaugurata dal governo Conte con la strategia del contenimento, e proseguita con la creazione di un nuovo idolo: i vaccini. 

L’art. 415 del codice penale punisce con il carcere fino a cinque anni “chiunque pubblicamente istiga alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico”. Ma quale legge obbliga a vaccinarsi? Nessuna. Quindi il 66enne non di questo può essere accusato.

La Procura, però, contesta anche il negazionismo, per aver pubblicato frasi che: a) incitavano a non utilizzare le mascherine; b) definivano falsi i numeri dei decessi da Covid; c) descrivevano i metodi diagnostici della malattia come bufale create da una medicina che prende in giro tutti gli italiani.

Sono  frasi da scettico, magari da ignorante, non da criminale. Forse Di Maio è stato indagato (o anche solo si è dimesso), quando dal balcone di Mussolini, trionfante, ha declamato “abbiamo abolito la povertà”? O per i non meno surreali errori di geografia?

L’idea di perseguire, addirittura con il carcere, chi, anche sbagliando, la pensa diversamente da noi, è tipica degli stati totalitari. Esattamente quelli che dichiariamo di combattere. Si replicherà: “dura lex sed lex“. Neanche.

Il delitto di istigazione a disobbedire alle leggi sussiste soltanto se la condotta dell’istigatore sia diretta a spingere alla disobbedienza di tali leggi e sia idonea a determinare questa spinta. Ma vi pare che le idee di un pensionato di sessantasei anni possano indurre la gente a non rispettare la normativa sanitaria? Chi è diffidente o incredulo sul virus lo fa per un propria matrice culturale e ideologica, non perché un attempato signore si lamenta pubblicamente. Senza dimenticare  lo stato di incertezza che  le contrastanti dichiarazioni degli scienziati e i difetti della comunicazione ufficiale hanno alimentato.

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