I fatti che stanno accadendo in Sicilia negli ultimi giorni sono preoccupanti eppure su questi accadimenti è sceso un silenzio tombale. Ecco la premessa: la regione, con l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza il 27 agosto, passa in zona gialla proprio oggi, lunedì 30 agosto, a causa dell’aumento dei ricoveri.

Il ripristino della zona gialla stavolta non prevede quello del coprifuoco, ma l’uso della mascherina all’aperto. Si può inoltre entrare e uscire dal territorio in giallo nonché raggiungere le seconde case fuori regione. Bene. Cioè male. Ma molto peggio va a Comiso e Vittoria, due Comuni della provincia di Ragusa che da sabato scorso (e fino al 6 settembre) sono divenuti zona arancione con l’ordinanza del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.

Quando un’area si colora di arancione – ce lo ricordiamo un po’ tutti per esperienza diretta – non è più possibile uscire dal proprio Comune, né è consentito consumare al tavolo di bar e ristoranti, neppure all’esterno, essendo permesso solamente l’asporto (per i ristoranti fino alle 22, per i bar fino alle 18). Palestre, piscine, cinema, teatri, musei restano sigillati, i centri commerciali inattivi nei fine settimana. E sono cominciate da subito le proteste di ristoratori e baristi che giustamente vogliono continuare a svolgere la propria attività, almeno all’aperto, e non ne possono più di improvvise chiusure forzate dopo quasi due anni dalla esplosione della epidemia. Gli esercenti chiedono di poter ospitare gli avventori seguitando ad applicare le regole relative al green pass e forse oggi le loro ragionevoli richieste potrebbero essere accolte.

Ciò che desta sconcerto è altro. Alle persone non vaccinate, nei cui confronti il sindaco di Comiso Maria Rita Schembari invoca “limitazioni” nonché “l’imposizione dell’obbligo vaccinale a tutti coloro che, per età e condizioni di salute, rientrano tra i soggetti vaccinabili” perché “non possono essere sempre i soliti a pagare” (comunicato stampa n- 96, 28 agosto), è vietato uscire da Comiso e Vittoria, restano lì intrappolate, segregate, imprigionate. Chi invece è vaccinato può uscire ed entrare da questi Comuni a piacimento. “I possessori di green pass possono spostarsi liberamente negli altri Comuni, dalle 5 alle 22. Chi non possiede il green pass potrà spostarsi esclusivamente all’interno del proprio Comune tra le 5 e le 22, salvo per comprovate esigenze di lavoro o di salute”.

Insomma, la normativa nazionale relativa alle aree colorate è stata adottata e applicata derogando alle regole previste per la zona arancione per i soli titolari di certificato verde. Dunque, in base alla normativa nazionale, è proibito circolare al di fuori della zona arancione, se non per comprovati motivi connessi al lavoro o alla salute, a prescindere dal possesso o meno della certificazione verde. Tuttavia, derogando a queste norme, a Comiso e Vittoria i vaccinati potranno fare quello che vogliono e la zona arancione varrà soltanto per i non vaccinati, solo questi ultimi dovranno restarsene confinati nel Comune di appartenenza.

Codesta deroga, difatti, avvantaggiando una categoria rispetto ad un’altra che invece risulta penalizzata, determina una discriminazione, posta in essere in maniera arbitraria dalla Regione. E soprattutto si crea un precedente. Insomma, quello che sta avvenendo a Comiso e Vittoria è la fotografia di quello che avverrà ai non vaccinati in altre aree dello stivale che nelle prossime settimane potrebbero passare in zona arancione o rossa. I non vaccinati, sebbene la vaccinazione sia libera e facoltativa, non essendoci un obbligo, saranno trattati da detenuti, privati quindi della libertà personale; mentre i vaccinati riceveranno un trattamento migliore.

È la discriminazione istituzionalizzata, legittimata, estesa e fatta passare per “cosa buona e giusta”.

Le mamme di Comiso domenica non hanno potuto portare i bambini in spiaggia, li hanno tenuti in casa. Senza vaccino non possono valicare i confini comunali. E sono in fermento, in quanto coloro che non si sono sottoposti alla puntura sono ritenuti colpevoli della epidemia: “Cosa ne sarà dei nostri figli quando riapriranno le scuole?”.

L’emarginazione dei non immunizzati è ormai pienamente accolta, tanto che qualche giorno fa, come mi ha raccontato un abitante di Comiso, una farmacista del posto ha scritto che i non vaccinati andrebbero intubati con il veleno, ricevendo una ampia approvazione. E poi ha cancellato il post.

“Oggi che la vaccinazione è aperta a tutti gli aventi diritto è necessario fare un discrimen tra chi si è vaccinato e chi non lo è”, si legge su un “comunicato urgente e importante del sindaco” di Comiso, pubblicato il 28 agosto. “Non si può penalizzare chi si è vaccinato”, ribatte il Comune. Penalizzare e punire chi non si è vaccinato, trattandolo da infetto e da ristretto, invece, è ammesso. Inoltre, se pure i vaccinati si contagiano e contagiano, su quale base scientifica poggia la scelta di permettere a questi di entrare ed uscire dai Comuni in zona arancione e, allo stesso tempo, proibire ogni spostamento a chi non si è fatto inoculare le dosi? Orbene, se sei vaccinato, quantunque tu sia infetto, puoi superare le frontiere comunali e recarti dove diavolo ti pare; se invece non hai il green pass devi permanere in casa.

Altra differenziazione tutta siciliana: “Ai sensi dell’Ordinanza n. 84 del 13.08.2021 del Presidente della Regione i tamponi rapidi in modalità drive-in continuano ad essere effettuati a titolo gratuito solo per coloro che hanno ultimato il ciclo di vaccinazione”. I non vaccinati devono pagare. In tutti i sensi e in tutti i modi.

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon